Politica

Pd, Debora Serracchiani segata. Il ruolo di "monitrice" non rende

Di Giuseppe Vatinno

Fa invidia al Zelig di Woody Allen

Testimoni attendibili, di cui non riveliamo il nome per proteggerli, ci hanno rivelato infatti di averla sentita parlare un perfetto toscano fiorentino con la acca aspirata quando interloquiva con Renzi...

 

Debora senz’acca Serracchiani” l’avevamo lasciata appollaiata vicino alla neosegretaria Schlein nel suo consueto ruolo di “ausiliatrice monitoria”, il cui compito consiste – ricordiamolo - nell’annuire sia in verticale (equivalente chomskiano di “sì”) sia in orizzontale (equivalente chomskiano di “no”) al Capo. Ne avevo parlato qui

L’analisi semantica del suo operato si è raffinata negli anni e gli studiosi più acuti del MIT sono stati in grado di apprezzare delle sotto - varianti diciamo così- “dialettali” e cioè l’annuizione renziana, quella lettiana minore (riferita al nipote) e infine appunto quella schleinianana detta anche –con una certa suggestiva approssimazione- “variante svizzero – romagnola” o banalmente “della piadina”.

Il comportamento chiaramente di tipo evoluzionistico adattativo ha permesso alla politica romana di sopravvivere a diversi Regni con una certa bravura, e questo le va sicuramente riconosciuto. Anche codeste sono abilità e i biologi evoluzionisti studiano con grande curiosità ed interesse l’esemplare di Serracchianis Deboriensis per la sua incredibile capacità mimetica tale da poter fare invidia al Zelig di Woody Allen.

Testimoni attendibili, di cui non riveliamo il nome per proteggerli, ci hanno rivelato infatti di averla sentita parlare un perfetto toscano fiorentino con la acca aspirata quando interloquiva con Renzi, mentre esibiva una perfetta sotto -variante linguistica - particolarmente delicata da individuare - e cioè il toscano pisano, con Letta. Ma la trasformazione più clamorosa che ha sconvolto la scienza è stata quella avvenuta immediatamente prima e naturalmente dopo l’elezione della Schlein.

A questo punto, una insospettabile fonte che si vuol fare chiamare -in verità in maniera un po’ civettuola- “l’uccellino del Nazareno”, riferisce di averla sentita parlare un tedesco duro e gutturale tipico dei rudi cantoni svizzeri germanofoni. La stessa fonte l’ha vista ballare sul terrazzo del Nazareno, lo Schuhplattler con la Schlein, facendosi poi volontariamente colpire il faccione con degli schiaffoni che manco un metalmeccanico di Terni. L’ex sardina rideva mentre lei piangeva (di gioia? di dolore? di misto? ah saperlo!).