Pd, nessun paletto verso il M5s. Così Renzi consegna l’Italia alla destra - Affaritaliani.it

Politica

Pd, nessun paletto verso il M5s. Così Renzi consegna l’Italia alla destra

di Paola Alagia

Intervista di Affari a Gianni Cuperlo (Pd) che si sofferma anche sulla visita del premier in Libia. L'apprezzamento sui salvataggi? “Draghi ha sbagliato”

Il Congresso, invece, che fine ha fatto? Non se ne parla più.
Siamo nel cuore della terza ondata della pandemia, con le scuole aperte a singhiozzo e le elezioni amministrative rinviate all’autunno. In questa condizione riempire i circoli e organizzare un congresso era alquanto azzardato. Detto ciò, penso che una discussione su questi anni e soprattutto sul dopo, su quel partito nuovo da costruire, sia fondamentale se vogliamo ridare speranza e voglia di partecipare ai tanti che non hanno smesso di crederci.

Zingaretti si è dimesso da segretario, pronunciando una frase forte come “mi vergogno”, Letta ha esordito usando parole come “torre di Babele” contro il correntismo. Ma la sua crociata contro le correnti non rischia di aizzarle ancora di più?
Le correnti non sono il “male” in sé, almeno se esprimono idee, elaborano cultura politica, avanzano proposte. Diventano una zavorra quando nulla le distingue se non la difesa strenua di rendite di posizionamento. Io non temo una dialettica sincera e anche aspra tra convinzioni diverse perché credo nella possibilità di trovare sempre una sintesi. Temo, invece, un notabilato svincolato dai valori e una politica ridotta a tutela di sé e della propria filiera di potere.

Passiamo alla questione femminile sollevata dal segretario. Per ora, oltre alla vicesegretaria, ha portato due donne alla guida dei gruppi parlamentari dem. Ma è sembrata comunque una manovra dall’alto. Cosa devono fare ora Letta e il Pd per un rinnovamento che non si riveli solo la classica foglia di fico? 
Alzare lo sguardo sulla società italiana. Fare della battaglia per la parità di genere una leva di mobilitazione in un tempo segnato dalla crisi peggiore della nostra parabola recente e dove, in forma clamorosa, a essere più penalizzati nella perdita di reddito e ruoli sono i giovani e le donne. Puntare su un piano straordinario per l’occupazione femminile con l’obiettivo di colmare il gap che ci separa dagli altri grandi paesi dell’Europa. Investire sulla formazione a ogni livello, dai nidi ai master, come prima garanzia di accesso a una cittadinanza piena. Se faremo questo credo che anche la selezione delle classi dirigenti, nella politica e non solo, ne trarrà beneficio.