Le unioni civili affossano il Pd. Una perdita di 600-700mila voti
Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
Il Family Day di sabato scorso ha lasciato il segno. Non ci sono dubbi. E ora ci si interroga sulle possibili conseguenze elettorali della probabile approvazione del ddl Cirinnà sulle unioni civili da parte del Parlamento. Il sondaggista Alessandro Amadori, esperto di flussi e di ricerche sulle intenzioni di voto, intervistato da Affaritaliani.it, afferma che "il Partito Democratico, effettivamente, potrebbe pagare pegno, visto che c'è una componente cattolica al suo interno. Il Pd potrebbe perdere circa l'1,5% dei voti e scendero così sotto la soglia del 30%". Si tratta di una perdita "abbastanza consistente", pari circa a "600-700 mila voti in meno". E chi potrebbe avvantaggiarsene? "Forse in parte l'Ncd, ma considerando la posizione del Movimento 5 Stelle in questo caso guadagnerebbe consensi il Centrodestra e in particolare la Lega Nord di Matteo Salvini che potrebbe salire fino al 16%". Qualcosa andrebbe anche a Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni, che "potrebbe arrivare al 5%".
"I cattolici milanti in Italia sono ormai una minoranza sempre più piccola, quasi una tribù", afferma Amadori. "Ma rimane un 20% circa, diciamo un italiano su cinque, che tiene a questi elementi di valori e di principi cattolici, quindi le conseguenze che abbiamo descritto per il Pd sono probabili. In fondo il Partito Democratico non ha mai risolto la presenza al proprio interno della doppia anima e quella cattolica ha poco a che fare con il partito progressista di stampo anglo-americano che ha in mente Renzi, pur essendo il presidente del Consiglio anche lui un cattolico. Ma Renzi sembra più un aspirante presidente degli Stati Uniti che il premier italiano. Quindi certamente il Pd potrebbe pagare pegno se il ddl Cirinnà sulle unioni civili venisse davvero approvato in questi termini", conclude Amadori.