Politica

Pnrr, i paletti del M5s: “Il superbonus resti fino al 2023”

di Paola Alagia

Dai Cinque stelle arriva un avviso a Cingolani: "Sì all'idrogeno verde nei progetti, no a quello blu". E poi ancora: "Alt agli inceneritori"

Due ore di confronto nella sala verde del Governo sul tanto atteso Pnrr. Il Piano della discordia ai tempi del Conte due, in realtà, si è rivelato finora un tallone d’Achille anche per l’esecutivo Draghi. Dopo un lungo periodo di lavorio e revisione nel chiuso delle stanze soprattutto di Chigi e Mef, adesso siamo al redde rationem con i partiti. A questo punto si gioca a carte scoperte. I tempi, infatti, sono stretti per inviarlo a Bruxelles (mancano appena otto giorni). Già domani, quindi, dovrebbe esserci una prima ricognizione in Consiglio dei ministri. E così oggi il presidente del Consiglio e il ministro dell’Economia Daniele Franco, veri depositari e guardiani del contenuto del Piano, hanno messo intorno a un tavolo tutti i ministri competenti e i capi-delegazione dei partiti.

E proprio in sala verde il Movimento cinque stelle, a quanto apprende Affaritaliani, ha fatto sentire la propria voce e ha posto i suoi paletti “irrinunciabili”. A cominciare dalla proroga del superbonus fino al 2023: “Questo per noi – racconta una fonte pentastellata vicina al dossier - è un elemento essenziale per valutare il Piano”. Sempre sui contenuti, poi, il Movimento chiede “un focus sui giovani e uno su donne e Sud”.

Ma c’è un’altra questione dirimente in casa M5s ed è quella ambientale, scoglio cui aggrapparsi in questa fase di ridefinizione della sua identità. E’ su questo fronte che il Movimento fa sentire di più la sua voce. Innanzitutto, col “no agli inceneritori nel capitolo trattamento rifiuti. La nostra linea – continua la fonte – non cambierà mai”. Anche sull’utilizzo dell’idrogeno, però, si accende il semaforo rosso dei pentastellati. Un alt che suona come un messaggio chiaro al ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani: “Intendiamoci, quando si parla di idrogeno nei progetti, noi ci riferiamo solo ed esclusivamente a quello verde e cioè derivato da fonti rinnovabili”. Un veto esplicito, insomma, sull’idrogeno blu “che sarà anche forse più economico, ma è di origine fossile”.  Tutti dettagli che, tra l’altro, servono al Movimento pure per chiedere con forza “documenti puntuali proprio per verificare le progettualità in ogni singolo dettaglio”.  E non finisce qui: “E’ scontato, ma è bene ribadirlo: il Piano nazionale di ripresa e resilienza è troppo importante per il rilancio del Paese per pensare che basti solo un passaggio formale in Parlamento. Le Aule devono essere pienamente coinvolte”. A buon intenditor…