Politica
Meloni al Colle, presidente della Repubblica eletta dei cittadini. Esclusivo
Di Alberto Maggi
Pronta la riforma riforma semi-presidenzialista, in Parlamento a gennaio. Avanti con l'autonomia differenziata
Oggi il presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento in seduta comune, integrato dai rappresentanti degli enti locali. FdI propone l'elezione diretta del capo dello Stato, con la possibilità di candidarsi a partire dai 40 anni di età (oggi gli anni sono 50) e svolgere un mandato di cinque anni (oggi sono sette) con possibilità di essere rieletti una volta sola. Una legge poi dovrebbe essere introdotta per "evitare conflitti tra gli interessi privati di chi ricopre l'ufficio di presidente della Repubblica e gli interessi pubblici". Secondo la proposta del governo sarebbe il presidente del Senato a indire l'elezione e le candidature potrebbero essere presentate da un gruppo parlamentare, da duecentomila elettori o da gruppi di parlamentari, europarlamentari, consiglieri regionali.
Una legge dovrebbe regolare finanziamenti della campagna elettorale e la par condicio tv. Sarebbe eletto chi ottiene il 50% + 1 dei voti validi, al primo turno o al ballottaggio tra i due più votati al primo turno. Nel sistema istituzionale attuale il presidente della Repubblica, che è il capo dello Stato, è la massima figura di garanzia. Nel disegno del Centrodestra continuerebbe a "rappresentare l'unità della Nazione" e ne garantirebbe "l'indipendenza", vigilerebbe sul rispetto della Costituzione. Ma il suo ruolo non sarebbe più separato da quello del governo, anche se continuerebbe ad avere il potere di sciogliere le Camere. Non presiederebbe più il Consiglio superiore della magistratura, che sarebbe guidata dal primo presidente della Corte di Cassazione. Avrebbe il comando delle forze armate, come adesso. In più rappresenterebbe l'Italia "in sede internazionale ed europea", ad esempio ai vertici europei, al G7 o al G20 o vertici Nato.
Nel sistema proposto dalla maggioranza il presidente del Consiglio sarebbe una figura molto ridimensionata rispetto al capo dello Stato. "Il presidente della Repubblica - si legge nella proposta di legge costituzionale - dirige la politica generale del governo e ne è responsabile. Mantiene l'unità di indirizzo politico ed amministrativo, promuovendo e coordinando l'attività dei ministri, con il concorso del primo ministro". Dunque ci sarebbe un "primo ministro" ma sarebbe il capo dello Stato a presiedere il Consiglio dei ministri, a nominare il primo ministro e poter nominare e revocare i ministri. Ultima novità sarebbe l'istituto della cosiddetta sfiducia costruttiva. Cosa prevede? Che ciascuna Camera possa votare la sfiducia al governo, a maggioranza assoluta, ma solo indicando la persona alla quale il presidente della Repubblica debba conferire l'incarico di primo ministro al posto di quello sfiduciato. Nessuna sfiducia è possibile invece al capo dello Stato, che è eletto dai cittadini.