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Politica
Qatar-gate, dopo il turco ecco il libanese. Lo scandalo diventa una spy-story
Antonio Panzeri

Qatar-gate, spuntano 50.000 euro per Panzeri già nel 2014

Lo scandalo che ha travolto il Parlamento europeo denominato Qatar-gate, assume sempre di più i contorni di una vera e propria spy-story. Spuntano giri di denaro che coinvolgono figure provenienti da diversi Paesi stranieri. Dopo, infatti, la scoperta - si legge su La Verità - di un fantomatico consulente turco, Hakan Camuz, il tramite attraverso cui veniva finanziato uno dei presunti veicoli della corruzione, l'italiana Equality consultancy riconducibile a Francesco Giorgi e Pier Antonio Panzeri, spunta un nuovo sospettato, questa volta proveniente dal Libano. Si chiama Hassan Dergham e per capire il suo ruolo bisogna far riferimento ai ricavi della Equality. Tra dicembre 2018 e febbraio 2019 sono stati fatturati dalla Turchia 200mila €. La società da cui proveniva questa cifra ha un capitale sociale di soli 6mila € ed è amministrata proprio Dergham che risulta essere l'unico azionista.

Ma il soggetto in questione - prosegue La Verità - sembra quasi un fantasma. Entrando nei suoi social, però,  si scoprono i legami con la Palestina e torna il sospetto che tutti quei soldi che arrivavano a Panzeri e Giorgi provenissero sempre da "scatole vuote", società fantasma. Secondo quanto riportato dall'emittente tedesca "Deutsche welle", Panzeri avrebbe ammesso davanti ai giudici di aver ricevuto un finanziamento già nel 2014 per la sua compagna elettorale che lo ha portato poi ad essere rieletto nel Parlamento Ue di 50mila euro dal Marocco. Per occuparsi dell'immagine del Paese nordafriacano negli ambienti politici dell'Ue a Bruxelles.

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