Politica
"Rai, la proposta di Affari? Ragionevole. Cura di emergenza per l'azienda"
Andrea Romano (Pd) commenta la proposta del direttore Angelo Maria Perrino
"La proposta del direttore Perrino è ragionevole e sensata, ma da commissario della Vigilanza ritengo che la Rai abbia bisogno di una urgente cura di emergenza che la conduca, attraverso un breve ma intenso periodo di transizione, alla possibilità di essere gestita da figure indipendenti. Una tale 'cura di emergenza e transizione' non potrebbe che essere affidata a figure interne all'azienda: perché un esterno avrebbe bisogno di tempo per capire davvero dove mettere le mani. E quel tempo, oggi, non è nelle nostre disponibilità”. Andrea Romano, deputato del Pd e membro della commissione di Vigilanza Rai, interpellato da Affaritaliani, commenta così l’editoriale del direttore.
Nella sua analisi, Romano evidenzia che “la crisi della Rai è grava e conclamata, anche per responsabilità di un. management voluto dalla Lega e dal Movimento Cinque Stelle ‘prima maniera’ e che si è rivelato del tutto inadeguato. Una crisi che richiede una sorta di ‘commissariamento interno’ - e mi si perdoni l'ossimoro - che veda una figura interna, e quindi già familiare con le dinamiche interne alla azienda, ricevere un chiaro mandato di bonifica, semplificazione e potenziamento della principale industria culturale italiana. Una figura - prosegue - che sappia già come guidare la macchina, che non abbia bisogno di un periodo di formazione e che sia in grado dopo al massimo due anni di consegnare un'azienda almeno parzialmente risanata alla gestione di una autorevole governance esterna”. Perché, aggiunge ancora il deputato dem, “al fondo l'invito a tenere ‘i partiti fuori dalla Rai’ vale come slogan, certamente accattivante, ma destinato a rimanere velleitario se non investiremo su una legge di riforma della governance Rai capace di garantire non tanto l'indipendenza dalla politica di una grande azienda pubblica (che in quanto azienda pubblica dovrà sempre avere una relazione con la politica) quanto la sua autonomia progettuale e decisionale. Una autonomia forte – conclude Romano -, fondata su un mandato chiaro da parte della politica e destinata a riferire periodicamente al Paese (e dunque al Parlamento) sui risultati editoriali a cui sarà arrivata”.