Cala l'audence di Ballarò. Meno comizi, più informazione
Di Pietro Mancini
Rai e politica: in un Paese normale, il partito di maggioranza relativa non può e non deve licenziare un conduttore. Quindi, ha ragione il conduttore di "Ballarò", Massimo Giannini: "La Rai mi può licenziare, il Pd no !". E nulla da eccepire sul "niet" a quei politici, che aspirano a decidere i palinsesti delle reti, le scalette e gli ospiti dei programmi. Ma, per ottenere il "disco verde" alla assunzione di Giannini, e alle promozioni dei giornalisti, i dirigenti della Rai, in un Paese normale, non dovrebbero neppure sollecitare e attendere il "disco verde" dei partiti.
Giannini è sicuro che, prima di firmare il suo contratto, Luigi Gubitosi, l'allora direttore generale di viale Mazzini, non abbia, quantomeno, informato i dirigenti del Pd sull'imminente decisione ?
"Rottamazione" totale dei vecchi metodi e della lottizzazione, secondo il manuale Cencelli ? Impossibile pretenderla subito, ma qualche segnale di cambiamento Matteo Renzi avrebbe dovuto darlo. Lo stiamo ancora aspettando... Da parte sua, Giannini ha, ovviamente, la facoltà e il diritto di criticare il premier e i ministri.
Ma "est modus in rebus" : rilievi sì, ma non termini pesanti e offensivi. E lo era "rapporto incestuoso" che, secondo il conduttore, si sarebbe creato tra la bella Ministra toscana, Boschi, e il management di Banca Etruria, di cui faceva parte il padre della signora Maria Elena. "Incestuoso" è il termine che, nella lingua italiana, si riferisce a chi, avendo avuto rapporti sessuali, continuativi o meno, con uno stretto consanguineo, si macchia, o si è macchiato, di incesto o, dalla prospettiva legale, commette, o ha commesso, il reato di incesto.
Una telefonata di scuse di Giannini alla Ministra, probabilmente, avrebbe chiuso il caso. E l'audience-mai cosi' bassa, fatta registrare, martedi', da Ballarò- dimostra : il pubblico gradisce l'informazione, completa ed equilibrata, molto meno le polemiche, le risse e i comizi. La vicenda, forse, non sarebbe neppure esplosa nella vecchia Rai di Agnes, Bernabei e Manca, a cui molti cominciano a ripensare, con nostalgia.
I partiti erano, anche allora, invadenti e occupavano i TG, ma nella Tv pubblica lavorarono big come Fo, Grillo, Biagi, Barbato, Ferrara, Augias, Minoli. E i responsabili della spartizione dei nuovi assunti dicevano : quattro giornalisti spettano alla DC, tre al Psi, 2 al Pci e uno lo prendiamo in quanto.... bravo e capace...