Politica
Referendum autonomisti, Salvini contro Meloni. Berlusconi defilato
Referendum autonomisti Lombardia e Veneto, la vera sfida è l'affluenza alle urne
Domenica 22 ottobre 2017. Referendum sull'autonomia in Lombardia e in Veneto: la partita politica in ballo è la guida del Centrodestra. Matteo Salvini, nonostante la svolta nazionale della Lega, si è speso in prima persona per promuovere le consultazioni prendendo però le distanze dalla secessione in salsa catalana e stando molto attento a non utilizzare mai la parola indipendenza di bossiana memoria. Anche Silvio Berlusconi, a dire il vero in maniera tardiva, ha sposato i referendum autonomisti addirittura proponendoli per tutte le Regioni italiane. Nel Centrodestra solo Fratelli d'Italia, ma a livello nazionale e non locale, ha preso le distanze con Giorgia Meloni che ha innescato una guerra a distanza con Salvini difendendo lo Stato centrale e bollando, come ha fatto Renzi, i referendum di Maroni e Zaia come "inutili".
La stragrande maggioranza di chi andrà alle urne voterà sì, un dato scontato, la vera sfida è quindi quella dell'affluenza. In Veneto l'autonomia è più sentita che in Lombardia e quindi Zaia si aspetta una partecipazione al voto almeno sopra il 45-50%, se non addirittura intorno al 55%. Oltre questo livello si tratterebbe di un vero e proprio successo clamoroso e inatteso. Per Maroni l'asticella dell'affluenza è inevitabilmente più bassa, anche per il timore che alcuni anziani non votino visto che per la prima volta non ci saranno le classiche schede ma i tablet per il voto elettronico. Il Governatore lombardo si aspetta almeno il 30% di elettori ai seggi per non parlare di fallimento, se invece si arrivasse al 40% o anche oltre di lombardi alle urne sarebbe un successo.
Politicamente il duello principale è quello tra Salvini e la Meloni. Se la Lega vince la partita dei referendum il segretario del Carroccio acquisisce un enorme peso all'interno del Centrodestra e, come ha detto l'abile Giancarlo Giorgetti, l'autonomia potrebbe essere il trampolino di lancio per la guida del Paese e per portare Salvini a Palazzo Chigi. La Meloni, che ha subito il fortissimo mal di pancia dei dirigenti e dei consiglieri comunali e regionali di Fratelli d'Italia in Lombardia e in Veneto, ha utilizzato la difesa dello Stato centrale più che altro per cercare consensi nel Lazio e a Roma dove Fdi avrà la maggior parte delle candidature nei collegi uninominali alle Politiche.
Berlusconi è stato più cauto. Si è speso a favore del sì all'autonomia ma solo in zona Cesarini in modo che se sarà un successo potrà intestarselo, in caso contrario non verrebbe travolto come la Lega e Salvini dal fallimento. Quindici milioni di italiani votano per due referendum consultivi ma in gioco c'è un pezzo importante di leadership del Centrodestra. Pd spettatore, con alcuni sindaci schierati per il sì e la maggior parte dei dirigenti, Renzi in testa, che invitano ad andare al mare. E' evidente che un boom dell'affluenza alle urne sarebbe un colpo per il segretario dem, prima di quello assai probabile delle Regionali in Sicilia.