Politica
Referendum, chi non ha niente da perdere voti sì
Di Ernesto Vergani
È fortunato il presidente del Consiglio che utilizza slogan (l’ ultimo “il sì significa stabilità”) che non hanno a che vedere con i giovani, il futuro, il cambio di mentalità dell’Italia catto-comunista, il pragmatismo di Donald Trump che lascia alle spalle ipocrisie e pregiudizi (ma del resto Renzi è un ex boy scout cattolico - il che sia chiaro è cosa onorevolissima -: difficile diventi il Trump italiano).
E’ quasi impossibile che la democrazia venga meno in Italia: se si toccassero le libertà fondamentali, la libertà di stampa, ci sarebbe la rivoluzione. Italia, il Paese degli italiani poi non così intelligenti come diceva Giorgio Bocca, del clientelismo, dei raccomandati, delle baby pensioni, del contratto a tempo indeterminato, del chi non paga le tasse è furbo, del siamo tutti uguali e mediocri (il catto-comunismo appunto – mentre la democrazia è innanzi tutto individualismo).
Coloro che sono l’opposto di tutto questo dovrebbero votare sì. Chi ha 50 anni e nonostante il merito è stato scavalcato dal raccomandato mediocre. Chi paga le tasse mentre l’evasore fiscale (a partire dall’operaio che una volta in pensione ha lavorato anni in nero) usa strade, scuole e ospedali pagati da altri. La coppia di giovani non istruiti operai, che non sanno che i loro figli saranno preceduti dal raccomandato mediocre perché l’asticella del merito non esiste o è stata abbassata così che la differenza è data dalla famiglia d’origine. I giovani evoluti, colti, laureati, esperti di tecnologia, poliglotti: il loro mondo è quello della globalizzazione e di Donald Trump.