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Politica
Referendum: il Pd spera in un quorum sotto al 30% per affossare Salvini

Referendum Giustizia: la sfida politica si gioca sul quorum


Niente da fare. L'ultimo aggiornamento meteo sulle previsioni del tempo per domenica 12 giugno non lascia dubbi: forte rimonte dell'anticiclone africano, addirittura con blocco a Omega sull'Italia, e di conseguenza caldo, caldo e caldo. I promotori dei cinque referendum sulla Giustizia speravano in un bel weekend di pioggia, fresco e temporali, ma invece il clima sarà prettamente estivo e ideale per una bella domenica al mare (o al lago o in montagna).

Insomma, tutto sembra scoraggiare la partecipazione alle urne. Le stime dei sondaggisti restano immutate rispetto a qualche giorno fa e parlano di una possibilità bassissima di raggiungere il quorum (per essere validi ai referendum abrogativi deve votare almeno il 50% +1 degli aventi diritto).

Inutile dirlo che un'affluenza alle urne particolarmente bassa sarebbe una sconfitta per la Lega che ha puntato molto sui quesiti referendari anche se la decisione della Corte Costituzionale di cassare il più importante, quello sulla responsabilità dei magistrati, ha reso la battaglia difficilissima. Fratelli d'Italia (3 sì e 2 no) e Forza Italia (5 sì) non hanno fatto quasi niente per aiutare il Carroccio in campagna elettorale.

Leggi anche:  Referendum, Lega: "Da FdI finora contributo quasi zero. Si dia una mossa"

A sinistra, il Movimento 5 Stelle, primo sponsor del cosiddetto partito dei giudici idealmente guidato da Marco Travaglio, è schierato apertamente a favore dell'affossamento dei referendum. Il Pd, salvo qualche eccezione come il sindaco di Bergamo Giorgio Gori e il costituzionalista Stefano Ceccanti, invita timidamente a votare no, ma in realtà spera in un'affluenza sotto il 30% per poi attaccare Salvini accusandolo di aver fatto perdere tempo all'Italia (visto che in Parlamento c'è già la riforma Cartabia) e soldi agli italiani. La vera partita è dunque sull'affluenza. "Per sperare che possa essere raggiunto il quorum, impresa assai ardua, alla prima rilevazione sulla partecipazione al voto delle ore 12 di domenica deve aver votato almeno il 15%", spiega Nicola Piepoli, decano dei sondaggisti.

"A quel punto, visto che la notizia viene poi diffusa da televisioni e radio, potrebbe scattare un effetto domino che farebbe salire l'affluenza fino alle 23 con una discreta possibilità di arrivare al 50% +1. Io personalmente se alle 12 ha votato almeno il 15% andrò al seggio", confida Piepoli. Dello stesso parere Renato Mannheimer, partner Eumetra, secondo il quale "con un'affluenza alle urne attorno al 15% alle 12 di domenica non è impossibile superare il quorum. Sotto questa soglia a mezzogiorno, diventa quasi impossibile". Insomma, per capire come andrà a finire basterà ascoltare un tg delle 13.

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    referendum giustizia affluenza alle urne





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