Politica
Referendum giustizia, ammessi 5 quesiti: e così Salvini esce dall’angolo

La Corte costituzionale ha palesemente sconfessato il governo ritenendo valido il quesito sul sistema di elezione del Csm
Gli altri quesiti ammessi sono altresì fondamentali. Quello sulla Legge Severino toglie il cappio al collo al Parlamento, quello sulle misure cautelari tende a limitare all’osso il ricorso alla misura cautelare carceraria (sottraendo ai giudici l’infamia del “tintinnio delle manette”) e quello sulla separazione delle carriere conduce verso una effettiva parità tra accusa e difesa, come peraltro previsto dalla Costituzione e dal codice di procedura penale del 1988.
Tutti argomenti, questi, che abbiamo dettagliatamente affrontato nel nostro libro “Giustizia, quale riforma? Una rotta liberale e garantista”, edito da “il Giornale” già nell’agosto scorso.
Nei prossimi giorni conosceremo la decisione della Corte sui restanti due quesiti. Quello sulla responsabilità diretta dei giudici presenta certamente un problema legato al “rapporto organico” tra magistrato e Stato, mentre quello minore sul diritto di voto di avvocati e professori universitari in materie giuridiche nei consigli giudiziari distrettuali lascerebbe scoperta la norma, necessitando di un successivo intervento normativo. Come che sia, già i quattro quesiti ammessi darebbero un colpo micidiale alla magistratura politicizzata e sarebbero se accolti un primo passo verso una vera riforma della giustizia. Se non ora quando?
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