Renzi: manovre al centro
Matteo Renzi cerca il centro di Casini
Matteo Renzi e il Pd che rappresenta ha perso la vocazione maggioritaria che fu del Veltroni del Lingotto dei tempi “mitologici” per planare più terragnamente sulla solita pista storica della politica italiana: il centro.
Infatti, l’ex primo ministro, sta preparandosi alle elezioni politiche del prossimo anno con una strategia di puntello più che imperiale.
E il “puntello; da che mondo è mondo, è proprio il centro.
Ed ecco che torna d’attualità sia Casini che Tosi; il primo che è molto legato al ministro dell’Ambiente Galletti e il secondo che staccatosi dalla Lega è ora il capo di Fare!, realtà minoritaria ma influente nel locale, come al vicenda elettorale ha mostrato.
Renzi qualche giorno fa ha inviato un twitter di incitamento al ministro Galletti per il G7 a Bologna dal titolo esemplificativo “Italia in prima linea. Dai Gianluca!” che travalica il significato strettamente personale per acquisire una dimensione politica.
Le “manovre al centro” di Renzi sono confermate del resto dall’incontro con Romano Prodi che può essere visto, democristianamente parlando, come un emissario di Pisapia.
L’ ex premier quindi sta tessendo un ordito di alleanze e fili centristi per prepararsi alla battaglia con gli altri due poli memore di quanto disse di lui suo padre nel 2014: "Mio figlio Matteo non è detto che duri molto a far politica. Lui fa di tutto per arrivare ma niente per restare. Non è Giulio Andreotti, non ha la sua caratura. Io Andreotti non l'ho mai votato, ma di fronte alla sua politica estera bisogna levarsi il cappello".