Governo Renzi, Verdini e Tosi presentano il conto
Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
Che al Senato sia nata una nuova maggioranza è del tutto evidente. Ma il voto contrario alle mozioni di sfiducia, presentate dalle opposizioni sullo scandalo della banche, da parte di verdiani e di tosiani non significa l'ingresso nell'esecutivo di Ala e Fare!. Matteo Renzi non può permettersi nuove fibrillazioni con la sinistra Pd e non può nemmeno irritare Alfano e Area Popolare (che vedrebbero diminuita la loro rappresentanza nella compagine governativa se entrassero Verdini e Tosi), ma dietro la votazione a Palazzo Madama c'è un chiaro ragionamento politico.
Fino al referendum confermativo sulle riforme istituzionali, previsto in autunno, Ala e Fare! continueranno a fare da stampella al premier, garantendo l'appoggio esterno. Ma che cosa chiedono in cambio se non qualche poltrona? La modifica della legge elettorale. L'Italicum attualmente prevede il premio di maggioranza al primo partito e quindi non consente la formazione di coalizioni elettorali. Il centro governativo, eterogeneo ma compatto nel sostenere l'attuale esecutivo, spiengerà nei prossimi mesi per un cambiamento della legge elettorale che consenta l'apparentamento fin dal primo turno.
L'obiettivo è quello di far nascere un centro liberale e cattolico, che metta insieme Area Popolare, Scelta Civica, Ala e Fare! (ci sarebbe anche il tentativo di coinvolgere i Conservatori Riformisti di Raffaele Fitto), che però con l'attuale Italicum avrebbe pochissime chance di entrare in Parlamento (o comunque sarebbe ininfluente). Il piano è quello di consentire le coalizioni per poter correre insieme al Pd di Matteo Renzi alle prossime elezioni politiche, che si terranno quasi certamente all'inizio del 2017 (comunque vada il referendum sul ddl Boschi). Aiutare la nascita di un rassemblement centrista, quindi, alleato dei Democratici alle prossime elezioni, è la contropartita chiesta da verdiniani e tosiani (sostenuti da Alfano ed ex montiani) al premier. Come? Consentendo la modifica della legge elettorale, punto sul quale Renzi non è convintissimo ma che tarperebbe li ali al Movimento 5 Stelle, anche se farebbe un favore al Centrodestra di Matteo Salvini.