Politica
Riforma della giustizia, sì dal Cdm. "In vigore prima del prossimo Csm"
Cartabia: "La Magistratura sia più severa con se stessa"
Secondo quanto prevede la bozza della riforma del Csm approvata dal Cdm, i magistrati ordinari, amministrativi, contabili e militari che hanno ricoperto cariche politiche elettive (da parlamentare nazionale ed europeo, consigliere e presidente di giunta regionale, a consigliere comunale e sindaco) al termine del mandato "sono collocati in posizione di fuori ruolo presso il ministero di appartenenza oppure, per i magistrati amministrativi e contabili, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, ovvero sono destinati allo svolgimento di attività non direttamente giurisdizionali, né giudicanti né requirenti".
I magistrati ordinari, amministrativi, contabili e militari che hanno solto incarichi apicali nei ministeri o incarichi di governo non elettivi (capi di gabinetto, segretari generali presso i ministeri o ai capi dipartimento), al termine di queste esperienze per tre anni non potranno svolgere funzioni giurisdizionali, prevede sempre la bozza. La loro destinazione sarà individuata dai rispettivi organi di autogoverno. La stessa disciplina si applicherà ai magistrati che si sono candidati in politica ma non sono stati eletti.
Un sistema elettorale misto, basato su collegi binominali, che eleggono cioè ciascuno due componenti del CSM, ma che prevede anche una distribuzione proporzionale di 5 seggi a livello nazionale, è quello indicato nella bozza della riforma del Csm. Non sono previste liste, ma candidature individuali. I componenti del Csm tornano come in passato a 30: 20 togati e 10 laici.
Poi ancora: nel sistema elettorale misto previsto per il Csm trova spazio anche il sorteggio. Servirà ad assicurare che in ogni collegio binominale sia raggiunto il minimo previsto di 6 candidati e per riequilibrare le candidature del genere meno rappresentato.
La bozza di riforma del Csm introduce anche il voto degli avvocati nei consigli giudiziari sulle valutazioni di professionalità dei magistrati ma solo in un caso: quando cioè il Consiglio dell'Ordine abbia fatto una segnalazione formale di comportamenti scorretti da parte del magistrato che si deve valutare. In questi casi il voto degli avvocati presenti nei Consigli giudiziari sarà unitario.
Mai più magistrati che svolgono in contemporanea funzioni giurisdizionali e incarichi politici, anche se in un territorio diverso. La bozza della riforma del Csm all'esame del Consiglio dei ministri introduce il divieto di esercitare funzioni di giudice o pm mentre si ricoprono incarichi elettivi e governativi. Divieto che vale sia per cariche elettive nazionali e locali, sia per incarichi di governo a tutti i livelli. La norma era stata annunciata dalla ministra Cartabia nei mesi scorsi quando si era aperto un dibattito sul caso di Catello Maresca, consigliere comunale a Napoli e contemporaneamente giudice a Campobasso.
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