Politica
Ok del Senato, la riforma della PA è legge
L'aula del Senato ha approvato in via definitiva il ddl di deleghe al governo sulla riforma della pubblica amministrazione. I sì sono stati 145, i no 97, nessun astenuto. Maggioranza compatta a favore del testo, contrari le minoranze e anche il nuovo gruppo dei verdiani Ala.
"Un altro tassello: approvata la riforma pa #lavoltabuona un abbraccio agli amici gufi", ha commentato su Twitter il presidente del Consiglio Matteo Renzi.
Il 17 luglio era arrivato il voto finale della Camera al testo che vede, tra le misure più significative, la stretta sui dirigenti: gli incarichi non saranno più a vita e c'è la possibilità di essere licenziati se l'ultimo incarico ricoperto viene valutato negativamente. Inoltre il testo prevede il riordino delle partecipate e dei servizi pubblici locali e uno spostamento di risorse dal Corpo Forestale dello Stato ai vigili del Fuoco, primo passo verso l'assorbimento della Forestale in un altro corpo.
La riforma era finita sotto il fuoco delle polemiche per un emendamento che introduceva un 'punteggio' diverso, ai fini dei concorsi pubblici, a seconda degli atenei dove si è conseguita la laurea. Una norma poi cancellata nel passaggio al Senato.
Tra le altre norme inserite nella legge delega la possibilità di pagare bollette e multe anche ricorrendo al credito telefonico (ricaricabili o abbonamenti) purché si tratti di micro-somme (presumibilmente sotto 50euro). Viene abolito invece il voto minimo di laurea per accedere ai concorsi pubblici. Tutti avranno il diritto di accedere, anche via web, a documenti e dati della P.A: lo scopo è quello di spalancare gli archivi pubblici, anche se restano dei limiti. Cambiano anche i numeri per le emergenze: ora basterà chiamare il 112 per chiedere aiuto in ogni circostanza, mentre saranno aboliti gli altri numeri (113, 115, 118).