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Politica
Riforme, Meloni: "Stabilità la priorità". Schlein: "No all'elezione diretta"

Riforme, Calenda: "Ok a collaborare ma Capo dello Stato non si tocca"

Azione e italia viva sono "disponibili a collaborare" sulle riforme. Lo ha detto Carlo Calenda al termine dell'incontro con la premier Giorgia Meloni. Dialogo "ma l'importante è che il Capo dello Stato non si tocca, per noi è la linea rossa", avverte il leader di Azione.  "Condividiamo l'esigenza di avere maggiore stabilità di governo, una maggiore efficienza dell'apparato complessivo dello Stato, non solo del governo centrale", ha aggiunto Calenda. "Per questa ragione abbiamo cercato di definire il perimetro entro il quale una collaborazione è possibile", ma con un paletto: "C'è una linea rossa assoluta che è la figura di unità nazionale, di garanzia della Costituzione che è il Presidente della Repubblica", figura di garanzia che, ribadisce Calenda, "non si tocca".

Tavolo riforme, Boschi (IV): "Elezione diretta del Presidente del Consiglio riavvicinerebbe cittadini a politica"

 

Riforme, Magi (+Eu): "Gverno ha tutti gli strumenti, bisogna ridare senso al Parlamento"

"Abbiamo detto alla Meloni quello che sa, ci sono 6 decreti pendenti tra Camera e Senato. Da fine dicembre ne sono stati convertiti 16. Questo ci dice che non mancano gli strumenti al governo, ha una autostrada per dispiegare la propria azione. Il problema, in ottica di bilanciamento, è quello di ridare un senso al Parlamento". Lo ha detto Riccardo Magi, segretario di +Europa, sulle riforme. "L'elezione diretta del premier, non si capisce fatta come, cozzerebbe con l'assetto costituzionale attuale. Un presidente del Consiglio non eletto dal Parlamento come potrebbe coesistere con un presidente della Repubblica eletto dal Parlamento? Sarebbe un evidente conflitto istituzionale". Lo ha detto Benedetto Della Vedova, di Europa, dopo l'incontro con Giorgia Meloni sulle riforme.

Riforme, Conte (5S) dice no a premierato a presidenzialismo

"Non è venuta fuori una condivisione sulle soluzioni". Lo ha detto il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, al termine dell'incontro con la premier Giorgia Meloni e il governo sul tema delle riforme.  Il M5S è disponibile anche a discutere del rafforzamento dei poteri del premier ma "serve un quadro equilibrato che non modifichi il ruolo del Parlamento e che non mortifichi il ruolo del presidente della Repubblica". 

Sul tema delle autonomie, Conte fa sapere che ''ci sembra una assoluta contraddizione perseguire un progetto di autonomia regionale differenziata spinta che svuota le funzioni di governo a favore delle Regioni e poi rafforzare i poteri e le prerogative del governo centrale''. "Abbiamo condiviso - prosegue il leader pentastellato - una diagnosi su alcune criticità del nostro sistema, noi riconosciamo queste criticità a partire dal problema dell'instabilità degli esecutivi, siamo assolutamente consapevoli che questo è un problema che dovremmo risolvere, come quello di garantire al Parlamento un percorso più funzionale".

Tuttavia, è importante che "non ci sia l'ambizione" di calare "i modelli dall'alto", avverte Conte. ''Abbiamo invitato il presidente Meloni a mantenere un'interlocuzione perchè a colpi di maggioranza un'ambizione di ridefinire in modo così rivoluzionario il quadro e l'assetto istituzionale del nostro Paese non è assolutamente raccomandabile''. Per questo,  ''ci siamo dichiarati disponibili, per quanto riguarda il metodo, ad un dialogo in una commissione parlamentare costituita ad hoc, che possa dedicarsi con continuità e costanza a questa prospettiva. E, anzi, raccomandiamo questo percorso'', conclude l'ex premier.

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