Roberto Fico versus Matteo Salvini: dinamica fisiologica o ideologica?
Salvini e Fico all'opposto sull'omicidio di Desirée
Ormai tra Roberto Fico e Matteo Salvini siamo alle scintille giornaliere o quasi.
Il casus belli è stato questa volta quello di Desirée Mariottini.
Mentre Salvini ha definito “bestie” gli assassini della ragazza di Cisterna di Latina Fico ha detto che “La coesione sociale è il mezzo fondamentale per costruire tutto il resto della comunità solidale e un'economia sana e forte. Anche nei momenti difficili non ci vogliono ruspe ma più amore e fatica nelle idee e nella partecipazione. Essere costantemente nei quartieri difficili senza lasciare mai nessuno solo".
Se questo fosse avvenuto solo otto mesi fa nessuno se ne sarebbe occupato, anzi la cosa sarebbe stata inquadrata pienamente nel rapporto dialettico tra due uomini politici (attualmente) agli antipodi.
“Attualmente” perché una volta Fico votava Rifondazione Comunista, ma Matteo Salvini era il giovane leader dei “Comunisti padani” e con tale denominazione sedeva nel parlamentino di Alberto da Giussano.
Ma ora sono cambiate due cose: la prima è che la Lega e i Cinque Stelle sono partiti alleati al governo della nazione e, soprattutto, ora lui e Salvini sono rispettivamente Presidente della Camera e Vicepremier e Ministro dell’interno. Non propriamente due persone qualunque quindi.
Fico è stato voluto da Grillo in tale ruolo apicale per rappresentare la sinistra del Movimento Cinque Stelle, quella ortodossa e originaria. Ruolo che rischiava una emarginazione dopo il ritiro di Alessandro Di Battista, il seguace del Che.
Fico pare tentato di recitare un “ruolo”, simile a quello di Laura Boldrini, per il solo fatto che è l’unica carta che si può giocare per non scomparire politicamente, mentre Salvini si trova sempre più spesso un ostacolo politico e, soprattutto, istituzionale non previsto da dove fronteggiare, oltre quello, scontato, dei nemici politici,
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