Politica
Salvini insultato sotto il ministero. I “No Tutto” diffamano e calunniano
Il ministro: "Saranno presi provvedimenti"
I “No Tutto” questa volta però hanno esagerato diffamando e calunniando
Ci sono notizie che qualche volta escono dal circuito ufficiale dei media perché ritenute non di alta politica ma quasi di cronaca locale che però tali non sono perché alla gente comune non interessano vertici elaborati e sofisticati ma il quotidiano.
Ieri a Roma era una giornata strana. Dapprima con un sole coguaro che solo la Capitale sa regalare in pieno gennaio e poi, improvvisamente freddo, con un vento gelido levatosi da nord – est.
Mi trovavo all’imbrunire dalle parti della Nomentana, un quartiere assai suggestivo di Roma.
I lampioni giallo limone della città Eterna si erano accesi da poco, disegnando i tratti di un quadro impressionista, quasi da fiaba, quando ho udito in lontananza un gracchiare confuso.
Avvicinandomi ho capito che si trattava di una manifestazione che si teneva sotto il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti a Porta Pia, là dove i bersaglieri sono entrati a Roma il 20 settembre del 1870, coronando il sogno risorgimentale della riunificazione dello Stato Pontificio all’Italia.
Mi sono avvicinato ed ho potuto ascoltare parte del discorso:
“Questo cogli**e, non so come aggiungere altro, ora dice ‘prima gli italiani’ ma in realtà dice prima i mafiosi e prima la ‘ndrangheta perché se lui oggi vuole il Ponte è chiaro che ha incamerato i voti che gli ha portato la ‘ndrangheta e la camorra, e soprattutto la mafia perché gli serve al potere”.
Poi l’”oratore” –si fa per dire- viene sostituito da un altro: “Questa sera, signor Salvini le dico, magari il Ponte lo faccia tra il cervello e la bocca, che forse qualcosa di buono le esce fuori”.
A queste ultime profonde esortazioni di stampo teoretico parte inevitabile l’applauso.
Non si sa bene di quale ennesimo comitatino di “No Tutto” questa volta si tratti, le bandiere erano arancioni con una saetta nera stilizzata, ma in serata il ministro Salvini ha dichiarato a riguardo:
“In mancanza di idee, i comitati del NO (leggi: la solita sinistra estremista) si riuniscono sotto al mio ministero per insultarmi.
Libertà di piazza sì, libertà di calunnia no: verranno presi gli opportuni provvedimenti”.
Ed in effetti non ha tutti i torti. Spesso in Italia si confonde la libertà con l’eccesso, il diritto con l’usurpazione, la legittima espressione di idee diverse, peraltro tutelata dalla stessa Costituzione tramite l’articolo 21, con il veleno della violenza verbale, con la mancanza della misura.
Parlare di appoggio a Salvini e al progetto del Ponte di realtà gravi e minacciose per lo Stato, come mafia, ‘ndrangheta e camorra esorbita dal diritto di manifestare le proprie idee per giungere nel territorio della diffamazione e della calunnia.
Meccanismo peraltro protetto spesso dall’anonimato, si veda il caso del suicidio di Giovanna Pedretti, che fornisce la finta sicurezza agli autori di essere al di fuori della legge.
Ma fortunatamente la stessa tecnologia che regala giustamente la possibilità a tutti di esprimersi fornisce anche i mezzi per individuare chi, di questa grande possibilità, fa un uso sbagliato e punirlo.