Politica
Se D'Alema fa il grillino sul Corriere della Sera
D'Alema dice: Pisapia si dia una mossa
Oggi in prima pagina del Corriere della Sera, c’è una intervista di Aldo Cazzullo a Massimo D’Alema dal titolo “Mai alleati con il Pd”. Qualche anno fa la cosa sarebbe scontata e del tutto routinaria, ma ora non lo è certo, a cominciare dal titolo. D’Alema, infatti, insieme a Prodi, Rutelli e Veltroni fu uno dei fondatori del Partito Democratico che aveva portato la speranza di un modello Usa bipartitico anche in Italia.
L’intervista contiene in sé delle considerazioni abbastanza scontate con una apertura, anzi un invito a Giuliano Pisapia -con cui aveva avuto già ampi screzi- alla candidatura per la “sinistra vera” o “sinistra sinistra” con D’Alema in un inedito ruolo che fu prima di lui di Fausto Bertinotti e poi di Nichi Vendola.
L’ex presidente del Consiglio non perde certo l’occasione per infilzare l’eterno nemico, Matteo Renzi paragonandolo, nelle attuali difficoltà, addirittura al socialista Bettino Craxi.
Nell’intervista si capisce che D’Alema vuole tornare alla Camera, ma solo se “me lo chiedono i cittadini” e recrimina per la perdita della presidenza della fondazione dei socialisti europei che i più interpretano come l’effetto di un siluro sganciato da Renzi per i noti dissapori.
D’Alema parla a ruota libera del risultato delle elezioni tedesche e della crisi dei socialisti dell’ Spd al minimo storico, delle prossime elezioni siciliane con l’appoggio movimentista a Fava.
Richiama addirittura l’idea di “stampa di regime” che macchinerebbe per far pensare che l’Mdp sia nato solo per fare dispetti a Renzi (il che è sostanzialmente vero) e si scopre anche un po’ grillino (!) citando Mastro Cipolla (al secolo lo storico Carlo Cipolla, ironico autore del fondamentale libello “Le leggi fondamentali della stupidità”).
D’Alema -si legge- spera che si voti con l’attuale Consultellum e che quanto partorito dalla Consulta anche per ignavia della politica faccia bene il suo mestiere e cioè rende ingovernabile l’Italia per mancanza di una maggioranza e così nascerebbe il solito “governo del presidente” tecnico o simil tale, che abbia consenso unanime (leggi larghe intese) per baluardare la democrazia in pericolo.
Insomma copione già visto e soprattutto già recitato, anche più volte.
Resta solo un po’ da pensare perché il Corriere della Sera l’abbia piazzata in prima pagina il che non può essere certo evento casuale…