Politica

Silvio Berlusconi: ecco perché la morte di Imane Fadil lo danneggia

Marco Zonetti

Il misterioso decesso della modella marocchina, anziché favorire il Cavaliere, gli nuoce. E per motivi non solo giuridici

Non si sa ancora quale sia la vera causa della morte della 34enne marocchina Imane Fadil. Basta però un minimo di buonsenso per capire chi invece - malgrado voci serpeggianti - non è ne viene minimamente favorito, bensì finisce per esserne danneggiato. Ovvero lo stesso Silvio Berlusconi.

Alla notizia del misterioso decesso della modella 34enne, si sono infatti scatenati i più ridicoli e assurdi complottismi, secondo i quali nella tragica scomparsa della giovane vi sarebbe implicata la mano stessa del Cavaliere. Quando invece a quest'ultimo, che ancora deve affrontare le lungaggini processuali per il dibattimento sulle cene eleganti e sul caso Ruby, la scomparsa (e per giunta in circostanze sospette) della modella marocchina nuoce gravemente. E per ben due motivi.

La prima è strettamente giuridica, ed è Federico Cecconi, legale del Presidente di Forza Italia, a ribadirla: "La morte di Imane Fadil nuoce anche alla difesa di Silvio Berlusconi" in quanto "le dichiarazioni della giovane entrano direttamente nel processo e noi non possiamo più fare il controesame". In altri termini, l'impossibilità da parte della difesa del Cavaliere di poter controinterrogare la Fadil finisce per ritorcersi contro la stessa Difesa del Cavaliere, che avrebbe invece avuto tutto il vantaggio a confutare le parole della modella. Della quale ora invece restano soltanto le accuse mosse durante la deposizione - che erano ancora da verificare - ai danni di Silvio Berlusconi.

In secondo luogo, la morte della Fadil arriva durante una cruciale campagna elettorale, quella per le Elezioni Europee in programma per il 26 maggio prossimo venturo, nella quale Berlusconi quale leader di Forza Italia si gioca praticamente tutto.

E qualsiasi ombra possa gettarsi sulla figura del Cavaliere in campagna elettorale, anche un sospetto infondato e risibile, non può che essergli tutt'altro che di giovamento. Se per ogni avvenimento, occorre attenersi all'antica regola del cui prodest?, senz'altro Silvio Berlusconi è la persona che più avrebbe avuto da guadagnare se Imane Fadil avesse vissuto una lunga e prospera esistenza.

Se poi, davvero, la morte della giovane fosse dovuta a una rara malattia, eventualità non esclusa dal pm Francesco Greco, sancirebbe davvero l'ennesimo esempio di bieco dietrologismo tipicamente italico.

Auspichiamo dunque celeri chiarimenti sulle cause della morte della povera ragazza, confidando nel buonsenso dell'opinione pubblica, oltre che sulla necessaria sospensione dell'abbonamento alle teorie fantascientifiche che compromettono la serietà del dibattito politico, ostacolando in casi estremi anche le indagini delle autorità preposte.