Politica

Sinistra morta, serve un nuovo Manifesto

di Giovanni Maria di Lieto

Al di là di un certo qualunquismo genericamente “progressista”, rendiamo la “Sinistra” riconoscibile

Per una nuova sinistra

Spesso in Politica, la verità è dichiarata, non motivata, quindi assoluta, indiscutibile, incontestabile. In Politica, la verità non va intesa come sinonimo di dimostrabilità: tant’è che la verità non è “una”, ma ciascun soggetto che si muove nella competizione politica è depositario di una “sua” verità. A maggior ragione questa riflessione trova riscontro negli schemi della corrente vita politica.

Cadute le così tanto biasimate “ideologie” (e quindi la spinta ideale e propulsiva che ne derivava), ciascun soggetto della vita politica (singolo, movimento, partito), ha le sue certezze. C’è chi si professa “europeista”, chi è “sovranista”, chi è stato “sovranista”, ora invece ha scoperto la sua vocazione “saldamente europeista”. Chi è liberale e riformista, chi è democratico (siamo tutti “democratici”), chi è conservatore, chi esprime un qualunquismo radicale, che “non è né di destra, né di sinistra”.

Premetto che condivido pienamente che la moralità deve essere un prerequisito di partecipazione alla vita pubblica. E non condivido alcune “derive” della cd. Sinistra (o, più correttamente, cd. Centrosinistra) nel corso del tempo. Vedi ad es., a titolo esemplificativo, tutte quelle “incrostazioni” di potere, in particolare in ambito locale, che contrastano con il “merito” e confondono talvolta la Sinistra con conventicole chiuse, del tutto estranee ai valori e alla storia della Sinistra.

Bisogna rassegnarsi, la spinta propulsiva e ideologica non c’è più (e Nenni, Lombardi, Lama, Berlinguer non tornano più). Altri tempi. La principale ragion d'essere della sinistra si poteva riassumere nel pensiero di Pietro Nenni: "Il socialismo è portare avanti tutti quelli che sono nati indietro". Cultura del partito, delle sezioni e del dibattito interno, della discussione e della partecipazione popolare. Ci si chiamava "Compagni", per identificare tutti quelli che condividevano l'Idea, ci si dava "del tu" e scomparivano le differenze di classe (il medico, l'avvocato, l'ingegnere erano del tutto uguali all'operaio ed avevano pari dignità all'interno del Partito), nelle sezioni si discuteva e si dibatteva la linea politica, ci si confrontava e si decideva a maggioranza.

Cultura del rispetto delle posizioni di chi la pensa diversamente. Sandro Pertini, socialista e forse il nostro più amato Presidente della Repubblica diceva, citando Voltaire: "Io combatto la tua idea, che è diversa dalla mia, ma sono pronto a battermi fino al prezzo della mia vita perché tu, la tua idea, possa esprimerla liberamente". Mi chiedo cosa sia la Politica, senza un'anima, senza una spinta ideale e propulsiva. Al di là di un certo qualunquismo genericamente “progressista”, rendiamo la “Sinistra” riconoscibile. Scriviamo un Manifesto per una “Nuova Sinistra”, nel segno di un neo-Umanesimo, che metta al centro gli ideali, i diritti, i doveri, il merito, la giustizia sociale.