Politica

Sondaggi Pagnoncelli: Il M5s recupera grazie a Di Maio. Pd in crescita

Marco Zonetti

Secondo Ipsos, il Movimento riconquista consenso nell'ultimo mese grazie al rinnovato "protagonismo" del vicepremier pentastellato

Il m5s recupera terreno, la Lega si conferma primo partito e il Pd registra una lieve crescita. Questa, in nuce, la situazione rilevata dal sondaggio di Nando Pagnocelli pubblicato sul Corriere della Sera, relativo al livello di consensi dei vari partiti in - ormai ampiamente avviata - campagna elettorale europea.

In una pletora di sondaggi che vedono il Movimento in crisi nera, spiccano i dati di Pagnoncelli, secondo il quale i grillini riconquistano ben due punti rispetto al mese scorso. Una rimonta che, ad avviso del sondaggista amministratore delegato di Ipsos, sono dovuti al rinnovato "protagonismo" di Luigi Di Maio, particolarmente incisivo negli ultimi tempi.

Pagnoncelli non ha torto. Dopo aver subìto l'istrionismo dell'alleato Salvini, che fa il bello e il cattivo tempo sui media, il vicepremier grillino ha preso recentemente a rimarcare il distacco dalle istanze del Carroccio, rimarcando la differenza del Movimento rispetto alla Lega. Questo nel tentativo di recuperare i voti di Sinistra, perduti con l'alleanza con Salvini, che per giunta ruba al Movimento i voti di Destra. 

Fin quando sarà alleato con il leader del Carroccio, Di Maio sa bene che i voti "destrorsi" sono perduti per sempre, quindi l'unico bacino nel quale può andare a pescare è quello di Sinistra. Lo dicevamo già noi mesi fa, per primi. Vanno in questo senso le ultime preoccupate dichiarazioni di Di Maio sulle alleanze europee della Lega con chi "nega la Shoah".

I voti di Sinistra, tuttavia, sono ricercati anche dal Pd di Nicola Zingaretti, in lieve crescita al 19%. Una percentuale ancora bassa per un partito per il quale - non soltanto secondo Pagnoncelli - sarebbe una catastrofe finire sotto la soglia del 20% alle Europee. Il problema è che, in seno ai dem, sono ancora fortissime le spaccature. Zingaretti cerca di ricucire con la Sinistra alternativa al Pd, cosa che nondimeno fa inorridire i renziani di ferro (ancora parecchi) e i dem moderati. I quali minacciano un giorno sì e uno anche la "scissione" attendendo che Matteo Renzi si distacchi e formi un suo partito. Cosa che ovviamente l'ex premier si guarda bene dal fare prima delle Europee. Probabile, infatti, che egli attenda in cuor suo che Zingaretti vada a schiantarsi per dimostrare che, almeno con lui, il Pd vinceva e raggiungeva addirittura il 40% dei consensi. 

Speculazioni sul Pd a parte, restano Forza Italia - che non pare al momento giovare dell'impegno in prima persona di Silvio Berlusconi e della sua candidatura - e Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni, impegnata a creare una nuova formazione politica di Centrodestra con Giovanni Toti e Raffaele Fitto. Impegno che potrebbe giocare a favore di una performance lunsighiera alle Europee, dovuta anche al consenso personale di cui gode la Meloni, ormai vista sempre più come leader indipendente da Berlusconi e non  certo asservita a Salvini.