Politica
Sondaggi, il saluto romano per un italiano su due è da perseguire e condannare
Termometro Politico ha posto quesiti a proposito della commemorazione a Roma di Acca Larenzia, facendo una panoramica sulle varie opinioni
Termometro Politico: il saluto romano va perseguito per una persona su due
La settimana politica si è contraddistinta dalla commemorazione a Roma di Acca Larenzia, dove molti sostenitori di estrema destra si sono radunati per commemorare i defunti di un agguato orchestrato da un gruppo armato di sinistra. In quella strage, nel 1978, persero la vita 3 persone. Da ormai mezzo secolo, il 7 gennaio si commemorano i defunti con il classico saluto dei camerati fascisti.
Sondaggio Tp: il saluto romano è qualcosa di grave?
Partiamo da quella che è stata la prima domanda del sondaggio settimanale del Termometro Politico (Tp) : “Il saluto fascista è qualcosa di grave e da perseguire?”
La metà dei rispondenti crede che “Sì, è un gesto molto grave vista la storia di questo Paese. Rientra nel reato di apologia del fascismo che andrebbe fatto rispettare molto di più”. Parliamo di un buon 47,1% che risponde in questo modo.
Largamente staccato ma come seconda risposta più gettonata (22,6%) c’è quella che, invece, vede nel saluto romano “un gesto politico come un altro, non violento, probabilmente più apprezzabile di altri, non dovrebbe esistere alcun divieto”.
Segue, a ruota, col 19,3%, la risposta che afferma che “è un gesto che disapprovo completamente, ma non può essere illegale in una democrazia che protegge la libertà di espressione”. Infine, una quota minoritaria (9,2%) afferma di credere che sia grave, “ma dovrebbe essere illegale solo se si tratta di propaganda esplicita, non se si stanno commemorando dei defunti”.
Rimanendo così in tema di divisioni ideologiche e, allacciandoci alla prima domanda, parliamo del peso dei morti negli anni di piombo, chiedendo se i morti di destra siano stati maggiormente trascurati rispetto agli altri.
La maggioranza, in questo caso, afferma che “Sì, si tratta di una grave discriminazione che andrebbe sanata” (41,4%).
A ruota segue la risposta “No, se ne è parlato allo stesso modo, semplicemente ognuno ricorda di più i morti della propria parte”, con il 37,2% delle preferenze. Qui c’è una distinzione abbastanza marcata tra elettori di sinistra e di destra.
Come risposte minoritarie ma ugualmente importanti, vi è quella per cui si afferma che “Sì, ma è stato giusto, non tutti i morti sono uguali, chi ha sostenuto l’ideologia fascista non può essere ricordato come gli altri”.
Infine, un 7,4% sostiene di “No, anzi penso che si parli troppo di quegli anni, è come un passato che non passa mai. Guardiamo al futuro”.
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