Politica

Sondaggi: un partito crolla, uno vola. Uno nuovo fa flop, un piccolo fa boom

Di Alberto Maggi

Sondaggi: flop degli scissionisti del M5S. Grillini al 21-22% con Conte (che da solo vale il 5-6%)

"Come si vede da tutte le ricerche uscite in questi giorni, Giuseppe Conte federatore del Movimento Stelle porta co sé circa 5-6 punti percentuali. E, quindi, i 5 Stelle con Conte leader salgono al 21-22%". E' l'analisi per Affaritaliani.it del sondaggista Alessandro Amadori, docente di Comunicazione Politica all'Università Cattolica di Milano. "Al momento il M5S con Conte non supera la Lega, che resta il primo partito. Anzi, più passa il tempo e più l'effetto Conte si riduce". A chi vengono sottratti i consensi che vanno ai 5 Stelle? "Quasi tutti al Pd", spiega Amadori, "che scende al 13-14%. Si tratta dell'effetto travaso che abbiamo già visto nel Centrodestra: Fratelli d'Italia ha guadagnato 10 punti passando dal 7 al 17% mentre la Lega ha perso 10 punti scendendo dal 33-34% al 23-24". Qualche "briciola il M5S a guida Conte lo toglie anche a Forza Italia visto che l'ex premier ha un profilo filo-governista centrista".

Flop invece per gli ex M5S e l'ipotesi di lanciare una nuova formazione che recuperi i valori originali dei pentastellati, magari con Alessandro Di Battista. "I processi scissionali generano sempre formazioni deboli, come Renzi al £5 e Bersani ancora meno. E' l'effetto Giuda di chi va via che viene penalizzato. Gli scissionisti del M5S non vanno oltre il 3-4%. Ma in Italia l'area della sinistra radicale, oggi frammentata, vale un 5-6%, come fu per Rifondazione Comunista. Si tratta però di un processo diverso rispetto a quello di una mera scissione dal Movimento 5 Stelle", spiega Amadori.

Per quanto riguarda il Partito Comunista di Marco Rizzo, opposizione che sabato scorso si è trovata in tante piazze italiane contro il governo "delle banche" di Mario Draghi, "questa nuova situazione può spingere una voglia di cambiamento di stampo marxista fino al 2%". Notizie invece non positive per Gianluigi Paragone e Italexit. "Ha avuto l'idea giusta nel momento sbagliato. Gli italiani non vogliono due problemi oggi, la pandemia e la gestione dell'uscita dall'euro. Paragone ha sbagliato il 'time to market' e vale il 2-3%, a essere generosi. Senza pandemia con Italexit avrebbe potuto fare il 5-6%".