Sovranismo futuro collante del governo giallo-verde?
Sovranismo: un antidoto alle (possibili) crisi
Il sovranismo è disprezzato dagli intellettuali liberal, che vedono in questo termine una declinazione sotto mentite vesti di una parola (da loro) aborrita e cioè “nazionalismo”.
Eppure il nazionalismo è stato il motore del nostro risorgimento, quello stesso periodo storico pressoché osannato da tutti.
Ed allora perché ora il sovranismo/nazionalismo è mal visto?
Perché i liberal hanno dovuto prendere atto del fallimento del mondialismo che ha finito per danneggiare proprio la classe media arricchendo solo una piccola parte della società, quella più furba degli industriali che hanno prontamente virato a sinistra come del resto ha fatto anche la sinistra, che ha prontamente virato a destra, però ben attenta a mantenere il suo nome per fregare chi la votava.
E così gli operai si sono ritrovati a votare per i padroni che, improvvisamente, erano diventati di sinistra (per modo di dire). È il caso di De Benedetti e Colaninno, ad esempio, solo per fare i nomi dei casi più eclatanti. Che ci fosse qualcosa che non andava è ovvio che qualcuno lo sospettasse. Soprattutto quando Confindustria e non i Sindacati erano i principali interlocutori dei governi di sinistra, ma tutti invocavano, appunto, lo spirito mondialista, la globalizzazione, che prometteva soldi per tutti. Ed invece ci fu solo impoverimento generale, come del resto previsto in questi casi dallo stesso Marx, con nascita ed affermazione del sovranismo antimondialista, di destra.
Ora, in tempi di possibili difficoltà del governo giallo-verde, proprio il sovranismo potrebbe essere il collante che tiene insieme le cose.
Salvini e Grillo-Di Maio divergono su molto, ma sono anche uniti da questa visione, definita dagli intellettualoni, in maniera spregiativa, appunto, sovranista, che potrebbe essere il viatico futuro del governo, Travaglio permettendo.
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