Politica

Tabacci, messo nel sacco da un giovane traditore: ha sporcato la politica Dc

Di Giuseppe Vatinno

Una vita spesa per la politica spezzata dalla scelta di federare, in Impegno Civico, il suo Centro democratico con il partito inesistente di Di Maio

Ma la domanda che ci si pone in ambienti legati alla DC e comunque al cattolicesimo conservatore come la rivista Tempi è: ma chi glielo ha fatto fare a un politico di lungo corso, con una grande esperienza alle spalle, di farsi mettere nel sacco a 76 anni da un giovinotto che ne ha combinate di tutti i colori e che ormai, nell’opinione pubblica italiana, è associato alla figura del politico traditore attaccato con la colla alla poltrona?

Un passato istituzionale rilevante, con prestigiosi incarichi, in questa legislatura Tabacci è addirittura Sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio, completamente sporcato da una unione contro natura con Luigi Di Maio, che ha 40 anni meno di lui e tutto il tempo (forse) per rimediare. Ma Tabacci questo tempo non ce l’ha. Perché finire la sua traiettoria balistica nel cielo istituzionale in una marana fangosa e maleodorante? Chi glielo ha fatto fare?

Ed in effetti, l’altro giorno alla presentazione del simbolo, si è visto un Tabacci invecchiato cent’anni, pensoso e in disparte, evidentemente sofferente, sotto il solleone romano. Faceva quasi pena. Un uomo solo, vecchio e stanco, che forse non meritava questo finale inglorioso della sua vita politica anche per il rispetto alla politica democristiana di cui tutto si può dire, ma che aveva una sua alta dignità istituzionale.