Politica

Tav: decida il Parlamento. Crisi da evitare, come il ritorno di Salvini sulla navicella del declinante Berlusconi

Pietro Mancini

TAV, il governo potrebbe far decidere il Parlamento per sbloccare l’impasse

Per sbloccare l’impasse, sul nodo-Tav, il governo potrebbe far decidere il Parlamento, come, in passato, avvenne su questioni, delicate, come il divorzio e l'aborto, che dividevano la DC e i partiti laici.

La grande maggioranza degli elettori, vecchi e nuovi, del M5S e della Lega boccerebbe l’apertura di una crisi di governo a causa dei dissensi sull’infrastruttura italo-francese.

Chi, come Matteo Salvini,46 anni (auguri !), in campagna elettorale, lanciò lo slogan “prima gli italiani”, dovrebbe comprendere che la TAV è un'opera importante. Ma molto di più lo sono i tanti problemi degli italiani, le cui soluzioni verrebbero, a causa della lunga e complessa crisi, rinviate.

E l'eventuale reimbarco del successore di Bossi sulla navicella del declinante nonno B. a fianco di un Tajani qualunque verrebbe giudicato, in primis dagli elettori della Lega, come un passo indietro.

Dunque, "politique d'abord, l'intendance suivra", come avrebbe detto il vecchio Nenni, suggerendo uno sforzo, costruttivo, di fantasia dei due giovani leader, Di Maio e Salvini, e del premier, avvocato Conte. L'alternativa? La riapertura delle gabine, di bossiana memoria, con le elezioni politiche abbinate alle europee del 26 maggio.