Politica

Trattativa Stato Mafia, Di Matteo: "In Italia l’argomento è stato oscurato"

di Antonio Amorosi

Il 17 dicembre a Roma la prima presentazione della nuova edizione del libro “Il Patto Sporco e il silenzio” sulla trattativa Stato-Mafia (ed Chiare Lettere)

Chiarissimo il suo discorso. Ma non può essere questa strategia dello Stato, per quanto possa essere stata infarcita di errori, un passaggio di una lotta più ampia per interrompere un'azione violenta, per poi in un secondo momento aggredire i componenti della mafia in modo più incisivo?

"Rimango dell'idea che in uno Stato di diritto le istituzioni non possano dialogare con l’anti Stato perché ogni volta che lo si fa lo si legittima e si finisce per rafforzarne in maniera esponenziale l'autorevolezza, la forza, il prestigio criminale, anche agli occhi dei cittadini. Come si fa a pensare che lo Stato possa dialogare con la mafia e pretendere nello stesso tempo che i commercianti, gli imprenditori che da quella mafia sono vessati trovino il coraggio di denunciare".

Sì, certo...

"Lo Stato se vuole indurre anche, come tutti dicono, ad una reazione civile contro Cosa Nostra non può certamente dare l’idea di compromessi con qualunque ala della mafia. Quando parliamo dell'ala ‘moderata’ della mafia parliamo di Provenzano e di altri soggetti che per alcuni omicidi in quel contesto di tempo sono stati condannati definitivamente".

La storia del nostro Paese è anche costellata di trattative oscure fatte con altri organismi, chiamiamoli così, criminali. E pezzi dello Stato hanno anche utilizzato questi organismi. Penso alla Banda della Magliana, a pezzi dello stragismo degli anni ‘70 e a parti della cosiddetta eversione. Lei vede una natura diversa tra questi organismi e la mafia oppure pensa che una trattativa non vada mai aperta con organizzazioni del genere?

"In uno Stato di diritto le istituzioni non possono trattare con le organizzazioni criminali a meno che, diciamo, non ci sia una precisa assunzione di responsabilità politica del governo che ad esempio stabilisca chiaramente e dica chiaramente cosa si sta facendo".

Che ci sia quindi un elemento di trasparenza, dice lei? Ma questo sarebbe anche peggio, implicherebbe un’ammissione chiara di accettazione dell’altro, criminale…

"Ma penso che ancor di più qualsiasi trattativa occulta finisca per rafforzare normalmente il nemico e rischi di consegnare in quel momento e in futuro le istituzioni a potenziali ricatti".