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Ue, Mattarella: "Urgente la creazione di una Difesa comune europea"

di redazione politica

"La sfida non si traduce, banalmente, soltanto in quantitativi di spesa ma riguarda il conseguimento di capacità militari", ha dichiarato

Ue, Mattarella al vertice di Arraiolos: "Urgente la creazione di una Difesa comune europea"

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è arrivato al vertice di Arraiolos che si tiene a Cracovia, ospite il presidente polacco Andrzej Duda. Focus della riunione saranno le prospettive di approfondimento delle relazioni transatlantiche in tempi di sfide e minacce globali.

Il gruppo di Arraiolos è un incontro annuale informale di un gruppo di presidenti della Ue, che si tiene dal 2003 e che è dedicato alle principali questioni europee e globali.

Il vertice, a cui quest'anno partecipano oltre ai presidenti di Italia e Polonia anche i capi di Stato di Bulgaria, Germania, Croazia, Grecia, Estonia, Slovenia, Lettonia, Ungheria, avviene a meno di quattro mesi dall'avvio della presidenza di turno polacca della Ue, dopo il turbolento semestre di guida ungherese.

E non a caso, la filoatlantica Varsavia, ha posto al centro della riunione il tema dei rapporti tra Europa e Washington a meno di un mese da elezioni americane che potrebbero rappresentare un turning point anche per la Nato. Ovviamente la riunione informale potrà affrontare anche i temi dell'attualità europea, dalla sicurezza alle migrazioni, dall'energia all'integrazione.

"Il nostro Continente si trova ad affrontare grandi sfide di diversa natura: da quelle climatiche a quelle geopolitiche. Questo ci richiama all’urgenza di compiere passi avanti affinché l’Unione sia in grado di rispondervi con efficacia e tempestività, assumendo il ruolo e le responsabilità che le competono". Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo al vertice di Arraiolos che si tiene a Cracovia. "Tra queste sfide e riforme – indifferibili – vi è quella della difesa comune dell’Unione".

Mattarella ha sottolineato che "ci troviamo di fronte al tentativo di introdurre il principio che gli stati confinanti o anche soltanto prossimi a uno stato più grande e forte hanno due sole strade: l’allineamento politico, economico, culturale o l’invasione. La sfida non si traduce, banalmente, soltanto in quantitativi di spesa ma riguarda il conseguimento di capacità militari".

Gli Usa "sono in grado di condurre operazioni complesse. Noi 27, tutti insieme, abbiamo forti limiti e possiamo svolgere operazioni di complessità notevolmente ridotta. Conosciamo le cause. Frammentazione in 27 diverse Forze Armate. Conseguente duplicazione di funzioni e compiti. Differenti sistemi d’arma con difficile interoperabilità. Abbiamo 27 industrie militari, sovente in competizione fra loro".

Il capo dello Stato ha ripercorso i passaggi degli ultimi 25 anni: "Nel dicembre del 1999, a Helsinki, il Consiglio europeo della difesa – cui partecipavano anche i Paesi candidati all’ingresso nell’Unione – era giunto alla definizione concreta di un corpo d’armata europeo di sessantamila unità. E ciascun paese aveva indicato con precisione quali assetti vi conferiva. Sono passati 25 anni. Saremmo in ben altra condizione di sicurezza se avessimo proseguito su quella strada. Ma ci si fermò per le improvvise riserve negli Usa e in alcuni dei Paesi dell’Unione per il timore che si costruisse una – peraltro inverosimile – alternativa alla Nato. Si trattava, al contrario di renderne più forte il pilastro europeo. Quelle resistenze si sono per fortuna attenuate".