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Politica
"Una telefonata avvertì Cossiga dell'omicidio di Moro". Tre ore di imbarazzo

Omicidio Moro, la telefonata ignorata del "cicalino". Cossiga e quel "devo dimettermi"

Sull'omicidio di Aldo Moro si è scritto e detto molto, ma ora emerge un retroscena che ha del clamoroso. Ci sarebbe stata, infatti, una telefonata all'allora ministro dell'Interno Francesco Cossiga rimasta segreta. La chiamata - svela un'inchiesta della trasmissione Report - risale alle 9.30 del 9 maggio 1978. Claudio Signorile, all'epoca vicesegretario del Psi svela che si trovava proprio nell’ufficio di Cossiga quando arrivarono due messaggi attraverso il "cicalino", ovvero un apparecchio che serviva ad inviare alert nel sistema interno del ministero. Dopo aver letto i due testi, è il ricordo di Signorile, Cossiga disse che doveva dimettersi. Soltanto alle 12,30, dopo la telefonata di rivendicazione di Valerio Morucci, l’Italia seppe della morte del segretario della Democrazia Cristiana.

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Ma c’è chi non crede a questa ricostruzione. È il caso di Luigi Zanda, all’epoca portavoce e assistente politico proprio di Cossiga. "Premesso che sono fatti avvenuti 46 anni fa, e io - dice Luigi Zanda, all’epoca portavoce e assistente politico proprio di Cossiga, a Repubblica - non ero presente all’incontro con Signorile, non ricordo che Cossiga sia stato informato dalla polizia qualche ora prima rispetto a quando ne fu data notizia pubblica. A mia memoria questo lungo intervallo di alcune ore, non ci fu". Ma c’è di più: nascondere, anche soltanto per alcune ore, la notizia del ritrovamento del cadavere di Moro sarebbe stata difficile: "Anche perché circolava tra molte persone. E non vedo quale potesse essere la ragione di un ritardo".

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