Usa, adesso l’America ha il suo Berlusconi
La vittoria di Trump era stata annunciata
All’indomani delle elezioni presidenziali Usa, buona parte della stampa americana e internazionale si é mostrata sorpresa ed incredula per la vittoria di Donald Trump.
A parte il fatto che la serie televisiva di cartoni animati per adulti della Fox, “The Simpson” aveva predetto un Trump presidente in un episodio andato in onda 16 anni fa; a partire dal febbraio del 2015, questo giornalista ha pubblicato 20 articoli sul quotidiano di New York, “AmericaOggi” e da marzo del 2016, 10 articoli su “Affari Italiani” che hanno spiegato le possibilitá di vittoria da parte di Trump. Ad esempio, il 18 agosto, 2015: “Il Fenomeno Tump. Perché il Donald piace”. Il 15 dicembre dello stesso anno compare anche la “Delusione e timore”, mentre il 15 gennaio del 2016 cerco di spiegare “Trump e la guerra contro tutti”.
Ma l’idea che Trump avesse buone probabilitá di vittoria si consolida con l’articolo “Sanders trascina i giovani”, del 14 aprile 2016 dove scrivo: “Queste elezioni presidenziali sono uniche anche per il fatto che i candidati favoriti dalla gente sono contrastati dall’establishment di entrambi gli schieramenti, e seppur la favorita dell’establishment democratico, Hillary Clinton abbia un vantaggio su Trump di soli 2,8%, i sondaggi danno a Sanders il 6%”.
Torno sull’argomento l’8 maggio: “Secondo il Resmussen Report, nelle elezioni generali, in un confronto Trump-Clinton, Trump vincerebbe con il 41% dei voti, contro il 39% di Clinton. Al contrario, in un confronto Sanders-Trump, Fox News darebbe la vittoria a Sanders con il 53%, contro il 39% per Trump. Anche Cnn farebbe vincere Sanders con il 56%, contro il 40% per Trump. Calcolando la media tra cinque societá di sondaggi, Sanders vincerebbe su Trump 52,2% a 38,8%”. Poi il 13 maggio: “Contro Trump Clinton non potrá difendersi”.
Infine, il 18 maggio la carrellata si conclude con: “Hillary accusata di sporchi giochi elettorali... I sostenitori della campagna presidenziale del senatore democratico Bernie Sanders accusano il campo avversario di Clinton di fare un ‘gioco sporco’ con l’aiuto dello stesso Partito Democratico”.
Questo é il passato che dovrebbe insegnare qualcosa al Partito Democratico per il futuro, ma il passato é interessante anche per un altro elemento: le similitudini straordinarie fra Silvio Berlusconi e Donald Trump.
A livello personale, entrambi sono miliardari ed inizialmente senza precedenti esperienze o cariche politiche; provengono entrambi dallo show business televisivo; sono stati sposati diverse volte ed hanno cinque figli ciascuno; hanno mogli provenienti dal mondo dello spettacolo; sono apertamente donnaioli ed hanno un ego smisurato. In un film di Aurelio Grimaldi del 2001, Berlusconi viene descritto come “Il piú migliore al mondo” e come Berlusconi, Trump non riesce a capire perché non sia amato a livello universale.
A livello politico, sono entrambi populisti e usano una dialettica simile, sono contrari al “political correct” ed entrambi avversi a pagare le tasse. Si assomigliano anche nel triviale, come ad esempio l’ossessione con i propri capelli e le cravatte fatte su ordinazione: Berlusconi da Marinella a Napoli, Trump dall’abruzzese Italo Ferretti. Entrambi sono vicini al mondo ebraico, con l’ultima ex moglie di Berlusconi di religione ebraica, come pure il genero di Trump. Per quanto riguarda le ultime mogli, Berlusconi é di 20 anni piú vecchio di sua moglie, mentre Trump lo é di 25.
Infine, Berlusconi ha governato per nove anni e Trump potrebbe arrivare ad otto.
Le poche differenze potrebbero essere che mentre Berlusconi é alto 1,68 metri, Trump lo supera di 24 cm. Inoltre Berlusconi é diventato primo ministro a 58 anni, mentre Trump diventerá presidente a 70.
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A Manhattan si chiede assistenza sia ai sostenitori di Trump che di Hillary
Gli italiani pensano che Trump non sia altro che un Berlusconi mascherato, e forse non hanno torto