Politica

Vannacci: "Armi Nato per colpire la Russia? Una mossa di Biden contro Trump"

Di Alberto Maggi

"Sarebbe un errore perché potrebbe portare alla spiralizzazione del conflitto invece che attenuarlo". Intervista

L'utilizzo di armi occidentali per colpire la Russia "innalzerebbe inoltre molto pericolosamente la possibilità di un coinvolgimento diretto dei Paesi Nato"

 

"Sarebbe un errore perché potrebbe portare alla spiralizzazione del conflitto invece che attenuarlo". Con queste parole il generale Roberto Vannacci, candidato indipendente nelle liste della Lega alle elezioni europee dell'8-9 giugno, commenta con Affaritaliani.it la possibilità che la Nato e gli Stati Uniti tolgano il divieto all'Ucraina di utilizzare le armi occidentali per colpire direttamente il territorio russo.

"Togliere queste restrizioni sarebbe un grave errore da parte della Nato perché significherebbe che la fornitura di armamenti all'Ucraina non si configurerebbe più come azione di difesa dall'aggressione russa da parte di Kiev sul territorio ucraino ma sarebbe a tutti gli effetti un'attività militare volta a neutralizzare non solo le capacità offensive delle forze armate russe ma anche l’infrastruttura industriale e produttiva coinvolgendo anche direttamente la popolazione civile russa nella guerra. E tutto ciò porterebbe a una spiralizzazione del conflitto che potrebbe condurre al superamento di quella sottile linea rossa che demarca il confine del «non ritorno»".

Vannacci aggiunge: "Non vorrei che questa decisione dell'Amministrazione Usa sia presa in vista del possibile prossimo cambio di leadership alla Casa Bianca, con le elezioni presidenziali di novembre 2024, per mettere l'eventuale nuova leadership statunitense di fronte ad uno status quo difficilmente  modificabile e quindi, di fatto, in una situazione di partenza di assoluta crisi. Lasciare una patata bollente al nuovo inquilino della Casa Bianca potrebbe essere una specifica strategia perseguita da questa Amministrazione d’Oltreoceano forse senza curarsi troppo delle possibili tragiche conseguenze che questa scelta comporterebbe per noi europei".  

“La ragione sociale della NATO, inoltre, è quella di «un’alleanza politico-militare a scopo difensivo» che già si è sbilanciata moltissimo nel supporto militare diretto ad un paese che non fa parte dell’Alleanza stessa. Questa ulteriore mossa consoliderebbe nei confronti del sistema internazionale il convincimento che l’Alleanza Atlantica abbia cambiato definitivamente funzione e non so quanto questa iniziativa faccia bene alla NATO stessa.”

“L’appello di Stoltenberg arriva, inoltre, in un momento in cui le opinioni pubbliche di quasi tutti i maggiori paesi europei sono molto fredde, se non contrarie, a perpetrare il supporto militare incondizionato all’Ucraina. Non a caso l’intervento del segretario della NATO arriva all’alba delle elezioni del Parlamento europeo, quasi a voler ottenere una risposta prima che si cristallizzino con i risultati delle urne le volontà anti belliche di molti partiti che dicono basta alla fornitura di armi a Kiev e che propendono per una promozione di una negoziazione tesa a far tacere i cannoni piuttosto che ad armarli. Prima la boutade di Macron circa l’invio di truppe NATO in Ucraina, ora l’appello del segretario della NATO che vuole colpire la Russia sul suo territorio con le armi dell’Alleanza: qualcuno ci vuole forzare a prendere decisioni irrazionali e controproducenti. L’appoggio a Kiev è in bilico per il prossimo futuro. Stoltenberg lo sa e vorrebbe anticipare i tempi di una scelta che sa non essere condivisa dall’opinione pubblica europea".

L'utilizzo di armi occidentale per colpire la Russia "innalzerebbe inoltre molto pericolosamente la possibilità di un coinvolgimento diretto dei Paesi Nato nel conflitto perché, colpiti sul proprio territorio, i russi potrebbero legittimamente decidere di attaccare le linee di rifornimento di armamenti dall'Occidente alla Russia provocando così quella spiralizzazione del conflitto che aumenterebbe la possibilità di un coinvolgimento diretto dei Paesi Nato nella guerra. E questa, forse, è una condizione a cui - con in testa il ministro degli Esteri britannico David Cameron - molti pericolosi e spregiudicati politici anelerebbero al fine di impantanare tutta la NATO in un conflitto con la Federazione Russa per ridimensionarne, una volta per tutte, le aspirazioni internazionali”.