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Politica
Vannacci: "Non temo i ministri. Ho detto no a La Piazza perché...". Intervista
Nel tondino a destra Il generale Roberto Vannacci. Sullo sfondo Piazza Plebiscito (Ceglie Messapica, Brindisi)

Si è forse spaventato per la presenza dei due vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani?

"No, assolutamente. La presenza di ministri non mi spaventa. Ma la mia partecipazione poteva essere inquadrata in un'attività politica. D'altronde in questi giorni mi hanno messo in bocca molte parole, che sono come Giulio Cesare o che sono antisemita. A La Piazza partecipano cinque o sei ministri ed esponenti di tutti i partiti, sarei stato bersaglio di critiche per qualsiasi osservazione che avrei fatto. Il problema non è fare un favore a un giornale o un giornalista in particolare, non volevo fomentare la schiera di mezzi di informazione che strumentalizzano tutto ciò che faccio. Che, invece, è molto chiaro a chi mi osserva bene".

C'è chi dice che il libro non sia solo farina del suo sacco ma che sia stato scritto a più mani, è così?

"Il libro me lo sono scritto da solo parola per parola. Rispecchia pedissequamente il mio pensiero dalla prima all'ultima parola. L'ho letto, corretto, rivisto, punteggiato e perfino ho costruito io la copertina e fatto l'editing. Poi lasciamo pure che i dietrologi vedano attività eversive che non esistono".

Quanto all'ipotesi di un futuro in politica, magari candidato alle elezioni europee del 2024?

"Faccio il soldato e voglio continuare a fare il soldato. Ma non chiudo la porta a nulla, la lascio sempre aperta. Potrei fare attività politica o anche imprenditoriale se la giudicassi opportuna, perché no? Ma oggi il mio mestiere è fare il soldato".

E infine una battuta sul ministro della Difesa Guido Crosetto.

"Gli devo rispetto e disciplina, in modo assoluto e incondizionato".

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