Politica

Zelensky è un manipolatore invidioso: vendetta su Meloni e Italia per Sanremo

L'opinione di Giuseppe Vatinno

Il leader ucraino è l’ostacolo più grosso nel processo di pace. Se non ci fosse stato lui infatti le cose si sarebbero già risolte da tempo

Ora però qualcosa è cambiato. A Zelensky, finto amico della Meloni, di lei e dell’Italia non importa assolutamente un fico secco. A lui interessa solo la visibilità e il potere. Solo così si può interpretare l’ultimo sgarbo che le ha fatto e quindi ha fatto a tutta l’Italia.

Tutto nasce dall’invito del guitto gialloblu a Sanremo.

La Rai agisce, la Meloni non la ferma, gli alleati –come al solito- devono abbozzare. Poi però si capisce di averla fatta grossa e di esporre un po’ troppo il nostro Paese oltretutto guidato da una maggioranza che sarebbe naturaliter pro Putin. La visita canterina salta e Zelensky se la lega al dito. Così la prima cosa che fa –da invidioso vendicativo quale è- è quella di amoreggiare con un altro nemico storico dell’Italia, Macron. Il presidente dell’Ucraina si fa invitare a cena da Macron e fa venire pure Scholz. Lei per punizione resta fuori.

Non solo. Il giorno dopo ad un Vertice Ue Zelensky non ha voluto neppure un bilaterale con l’Italia ma ha incontrato la Meloni in piedi, umiliandola ulteriormente. A questo punto la sberla a Giorgia e all’Italia è sta pienamente consumata. Solo ora la Meloni si accorge –troppo tardi- di essere caduta nel tranello e non le resta che lamentarsi contro Macron dicendo che così si “mina l’unità d’azione europea”, ma si dovrebbe invece lamentare con Kiev.

Il nemico non è (solo) Macron perché il tutto è stato ordito da Zelensky, che ormai si crede il capo della Ue. E la premier dovrebbe anche considerare che gli italiani, come del resto tutti gli occidentali, incominciano a stufarsi di dover pagare i conti di una guerra non loro, con l’inflazione alle stelle per le speculazioni energetiche e i mutui alti come l’Everest. Il consenso –come noto- va e viene e i casi Renzi e Grillo stanno lì a dimostrarlo platealmente. Forse una posizione dell’Italia meno appecoronata a Kiev gioverebbe a moderare le intemperanze di Zelensky.