Fisco e Dintorni
IL Fisco non risponde? Il debito si annulla...parola alla Cassazione
La Legge n.228/2012 è stata la Finanziaria del 2013 ma è conosciuta da commercialisti e contribuenti soprattutto come la legge che ha introdotto il “SILENZIO/ASSENSO” in ambito tributario, ossia l’annullamento delle tasse e contributi in caso di mancata risposta del Fisco a una semplice lettera di contestazione del contribuente.
Abbiamo già avuto modo di affrontare questo argomento su Affaritaliani (si veda ad esempio: http://www.affaritaliani.it/rubriche/fisco_dintorni/il-debito-con-equitalia-si-annulla-se-il-fisco-non-risponde-476708.html ) ma riteniamo opportuno ritornarci, in quanto nelle settimane scorse la norma è stata finalmente posta al vaglio della Corte di Cassazione che sarà chiamata a interpretarla.
Per fare il punto della situazione abbiamo dunque contattato l’Avv. Matteo Sances – avvocato Tributarista patrocinante in Cassazione – che lo scorso 4 dicembre 2018 ha proposto ricorso dinanzi alla Suprema Corte per conto di una società lombarda (copia del ricorso in Cassazione è disponibile su www.studiolegalesances.it – sez. Documenti).
Allora Avv. Sances, successivamente alla nostra intervista di maggio 2017 quali sono state le pronunce dei giudici in merito a questa legge?
Prima di citare nuove sentenze occorre una breve premessa per far comprendere a tutti i contribuenti l’importanza di tale legge.
Le disposizioni citate sono state inserite nell’art.1 della legge n.228/2012, precisamente nei commi da 537 a 544, e da subito fecero molto scalpore tra gli addetti ai lavori, distinguendo tra chi evidenziava l’aspetto innovativo della norma (sul punto segnalo forse il mio primo contributo apparso su Altalex a gennaio 2013 che venne da subito aspramente criticato: https://www.altalex.com/documents/news/2013/03/21/la-cartella-si-annulla-per-silenzio-assenso ) e chi invece, soprattutto da parte dell’Amministrazione finanziaria, ne ridimensionava la portata nonostante la chiarezza della norma.
In sostanza, la legge prevedeva nella sua versione originaria (la norma è stata modificata a partire dal 22/10/2015 con Dl n.159/2015 anche se mantiene ancora aspetti molto rilevanti) che entro novanta giorni dalla notifica di un qualsiasi atto da parte del concessionario, il contribuente potesse fermare tale azione con una semplice dichiarazione nella quale fossero indicati i motivi di illegittimità dei tributi richiesti. Nello specifico l’articolo 1, comma 537, della predetta legge prevedeva espressamente che i “concessionari per la riscossione SONO TENUTI A SOSPENDERE IMMEDIATAMENTE ogni ulteriore iniziativa finalizzata alla riscossione delle somme iscritte a ruolo o affidate, su presentazione di una dichiarazione da parte del debitore…”.
A seguito dell’invio della dichiarazione al concessionario, dunque, quest’ultimo era tenuto ad avvisare entro dieci giorni l’ente competente – che poteva essere, ad esempio, l’INPS per i contributi previdenziali, l’Agenzia delle Entrate per i tributi, gli enti locali per le sanzioni amministrative, etc… – il quale a sua volta doveva rispondere al contribuente (comma 539).
Ovviamente, la parte più importante della norma è sicuramente quella che stabiliva le conseguenze derivanti dalla mancata risposta dell’ente impositore. Infatti, il comma 540 prevedeva espressamente che “trascorso inutilmente il termine di duecentoventi giorni dalla data di presentazione della dichiarazione del debitore allo stesso concessionario della riscossione, le partite … SONO ANNULLATE DI DIRITTO…”.
La finalità della norma è sicuramente meritevole perché da una parte permette al contribuente di spiegare direttamente al Fisco le ragioni dell’illegittimità delle pretese senza necessariamente avviare un’azione legale e, dall’altra, vincola l’Amministrazione a replicare entro termini certi stabilendo l’annullamento del debito in caso di mancata risposta.
Ebbene, oltre alle già citate sentenze di Milano (come la sentenza n.1531/05/2017 della Commissione Tributaria Regionale di Milano) si segnalano pronunce a favore del contribuente anche su Lodi (sentenza n.53/1/2017 della Commissione Tributaria Provinciale di Lodi ) e in questi ultimi giorni anche dalla Corte d’Appello di Lecce.
D’altra parte, però, non possiamo negare l’esistenza di sentenze di senso contrario nonostante il tenore molto chiaro della norma. Ovviamente in questi casi il rammarico per i contribuenti è grande soprattutto perché come al solito manca la certezza del diritto. Proprio per tale motivo ho ritenuto opportuno portare la questione dinanzi alla Corte di Cassazione.
Caro Avvocato, In questi anni avete sempre cercato di spiegare la norma a tutti i contribuenti anche attraverso il suo Centro studi, avete in mente altre iniziative?
Da sempre sono convinto che il compito dell’avvocato sia anche quello di far conoscere a tutti i cittadini i propri diritti e doveri. Ciò che ho cercato di fare in questi anni, attraverso la creazione del Centro studi, è stato proprio quello di focalizzarmi sui diritti dei contribuenti nei confronti del Fisco cercando di far comprendere le norme anche attraverso la segnalazione delle sentenze più interessanti e innovative.
Questa mia iniziativa partita da Lecce qualche anno fa è stata accolta con favore da molti cittadini ma anche da molti professionisti, convinti come me della notevole importanza sociale della segnalazione di diritti e condivisione di norme e sentenze.
Proprio con questa finalità sono felice di far parte del network professionale IurisHub (www.iurishub.it), con sede a Roma, che si propone di coniugare la specializzazione multidisciplinare nel settore legale con la consulenza d’impresa, il marketing e il business development, che costituiscono gli asset dei processi di innovazione, ma anche e soprattutto di ampliare l’opera già avviata con il Centro studi attraverso un’attività di segnalazione e condivisione che si allarga ben oltre il diritto tributario, spaziando in tutti i rami del diritto che coinvolgono le imprese.
L’obiettivo è fornire alle imprese un supporto legale completo e integrato, anche attraverso il coinvolgimento di professionisti che operano in settori complementari a quello legale.
Ma non solo.
IurisHub ha avviato da subito un progetto legato alla tutela e alla promozione dell’arte in tutte le sue forme, chiamato IurisArt, che si propone di connettere mondi solo apparentemente distanti fra loro, come il Diritto e l’Arte, attraverso iniziative organizzate ad hoc grazie al coinvolgimento di artisti emergenti, con il duplice intento di supportarli nella tutela delle loro opere e rendere l’ambiente in cui si svolge la consulenza legale un luogo di promozione artistica e sperimentazione creativa.
Sicuramente si tratta di un progetto innovativo. Con la speranza di poter dedicare la dovuta attenzione nelle prossime settimane a tale iniziativa non possiamo che ringraziare come sempre l’Avv. Sances per la disponibilità.