Pillole d'Europa
DONAZIONI DI SANGUE, AIUTI E PROGETTI PER AGRICOLTURA E BIOGAS
PER STARE MEGLIO COME CITTADINI EUROPEI E CONOSCERE DIRITTI E TUTTE LE OPPORTUNITA' UTILI
In questa rubrica notizie flash sulle normative europee e internazionali, notizie internazionali ed europee utili e pratiche per la vita di tutti i giorni. E’ attivo un servizio di “A domanda, risposta” su bandi, agevolazioni, finanziamenti europei , borse di studio e di ricerca nazionali, regionali e locali per i lettori di Affaritaliani. Per richieste di informazioni sui bandi scrivete a cinziaboschiero@gmail.com – oppure alla e-mail: dialogoconleuropa@gmail.com
Domanda: anche in altri Stati europei c’è carenza di donatori di sangue? E’ uniforme la normativa? Mariella Tucci
Risposta: il 14 giugno ci sarà la giornata internazionale dei donatori di sangue. In base a dati di eurobarometro, anche se non aggiornati a causa del covid 19 che ha praticamente rallentato tutto, in Austria dona il 66% della popolazione, seguita da Francia (52%), Grecia e Cipro (51%), Svezia (30%), Malta (29%), Polonia (25%), Italia (23%) e Portogallo (22%).Sempre stando alle statistiche, gli uomini europei donano più delle donne (44% contro il 31% dei dati al femminile). La percentuale cresce, poi, tra le persone istruite e purtroppo scende tra i giovani. Proprio per questo diverse associazioni si sono attivate da tempo, tra cui l’associazione HSOS donatori di sangue che organizzerà un importante evento che coinvolgerà artisti e musicisti di fama internazionale e che sarà itinerante a Milano proprio per richiamare tutta la popolazione al diritto dovere di donare il sangue. Il presidente dott. Renato Dal Compare spiega: “Le donazioni di sangue sono volontarie e non retribuite, come stabilito dalla direttiva comunitaria del 2002, al fine di contribuire a parametri elevati di sicurezza e quindi alla protezione della salute umana". Anche il Parlamento europeo si è attivato per sensibilizzare visto che le donazioni di sangue e dei suoi componenti (globuli rossi, piastrine e plasma) agevolano un'ampia gamma di terapie indispensabili e spesso salvavita. Le trasfusioni di sangue sono essenziali in caso di traumi o interventi chirurgici delicati e si rivelano spesso necessarie nella gestione di malattie tumorali o per il trattamento di malattie ereditarie croniche del sangue, come la talassemia. Le donazioni di plasma, un componente del sangue, possono anche essere utilizzate per la produzione di medicinali, ad esempio immunoglobuline o fattori coagulanti. La fabbricazione di questi prodotti è soggetta alla legislazione farmaceutica, mentre la donazione, la raccolta e il controllo del plasma sono disciplinati dalla legislazione sul sangue. Ventiquattro paesi dell'UE, tra cui l'Italia, forniscono incentivi ai donatori di sangue intero e 22 a quelli di emocomponenti come spuntini, congedi speciali per chi lavora nel settore pubblico e/o rimborso delle spese di viaggio, ma soprattutto tutti i donatori fanno esami periodici di controllo gratuiti. In genere la raccolta di sangue intero e plasma viene effettuata da enti pubblici o senza scopo di lucro, mentre Austria, Finlandia, Germania e Lituania, ricorrono al settore privato o a sistemi misti. Occorre sfatare le fake news: ad esempio chi ha avuto il covid può donare il sangue e anche chi ha un tatuaggio.
Domanda: vista la crisi energetica, non ci sono progetti per la produzione di biogas e fondi europei per questo ambito? Carlo Franchi
Risposta: sì. Ci sono fondi sia regionali che nazionali ed europei. Ci sono anche esempi virtuosi già realizzati quali un innovativo impianto per la produzione di biogas ad esempio a Trucazzano alle porte di Milano, in funzione da dicembre 2021, a cui ha fatto visita di recenteuna delegazione della associazione nazionale SOS Logistica. Si tratta di un importante investimento, un totale di 10 milioni di euro, che ha consentito di realizzare una innovativa bioraffineria da “prato verde” in 18 mesi, lottando con la burocrazia italiana. La visita è stata realizzata grazie al responsabile dell’impianto e all’ing. Fulvio Majorina. Erano presenti oltre all’Ing. Fulvio Majorana, Direttore commerciale - Biomethane Green Srl; anche il Dott. Giorgio Tanzi, Amministratore Delegato – TAP; l’Ing. GianLuca Cremonesi, Presidente- Air Liquide Italia; l’Ing. Francesco Pinardi , Direttore Generale – ekomobil; il Dott. Francesco Carrozzino, Procurement Manager - Four Sustainable Logistics; Renzo Provedel di SOS Logistica, l’Ing. Grégoire Beasse, Direttore commerciale Air Liquide Biometano; l’Ing. Luca Miragoli- Responsabile Qualità & Sicurezza. Altri due impianti sono in divenire entro dicembre 2022. Il biogas e il biometano possono essere lo strumento attraverso cui l’agricoltura italiana raggiunge gli obiettivi europei in tema di neutralità carbonica e di transizione ecologica. Lo dicono i dati: entro il 2026, grazie all’ampliamento degli impianti esistenti e alla costruzione di nuovi impianti in ambito agricolo, l’Italia potrebbe raggiungere una produzione di biometano pari a 2,3 -2,5 miliardi di metri cubi, dagli attuali 236 milioni. Con una previsione di investimenti di 5 miliardi di euro (fonte Biogas Italy). All’interno del Pnrr sono già previsti interventi ad hoc per lo sviluppo del biogas e del biometano. Già il Decreto interministeriale del 2 marzo 2018 promuoveva l’uso del biometano e degli altri biocarburanti avanzati nel settore dei trasporti e rappresentava un provvedimento strategico che mirava a favorire l’utilizzo delle fonti rinnovabili nei trasporti, anche attraverso lo sviluppo di iniziative di economia circolare e di gestione virtuosa degli scarti agricoli. Sul portale Italiadomani viene confermato che l’obiettivo è di migliorare di 2,3-2,5 miliardi di metri cubi la produzione di biometano, che permetterebbe di ridurre l’utilizzo dei gas a effetto serra dell'80 per cento e oltre. Lo sviluppo del biometano, ottenuto massimizzando il recupero energetico dei residui organici, è strategico per il potenziamento di un’economia circolare basata sul riutilizzo ed è un elemento rilevante per il raggiungimento dei target europei di decarbonizzazione. Se veicolato nella rete gas, il biometano può contribuire al raggiungimento dei target al 2030 con un risparmio complessivo di gas a effetto serra, rispetto al ciclo vita del metano fossile, tra l'80 e l'85 per cento. Sono previste diverse linee di intervento: riconvertire gli impianti biogas agricoli già esistenti verso la produzione di biometano per l'industria, i trasporti e il riscaldamento; sostenere finanziariamente la realizzazione di nuovi impianti; diffondere pratiche ecologiche nella fase di produzione del biogas (siti di lavorazione minima del suolo, sistemi innovativi a basse emissioni per la distribuzione del digestato) per ridurre l'uso di fertilizzanti sintetici e aumentare l'approvvigionamento di materia organica nel terreno; promuovere la sostituzione di almeno 300 trattori non efficienti e datati con veicoli alimentati a metano/biometano e dotati di attrezzi per l'agricoltura di precisione. Il biometano è un gas 100% rinnovabile e in questo impianto innovativo si ottiene dal biogas proveniente dalla digestione anaerobica degli effluenti zootecnici e scarti agroindustriali.
Domanda: in questo periodo di crisi ci sono progetti o fondi europei per il settore della produzione di frumento? Nadia Vulpeto
Risposta: sì. Ci sono già esempi di progetti finanziati con fondi europei. Ad esempio nell’area della Martesana, in provincia di Milano, ha preso il via il progetto Frudur-0. L’obiettivo è mettere a punto un protocollo produttivo per una filiera sostenibile del frumento duro, che coniughi alta qualità cerealicola ed elevati livelli di produzione insieme all’assenza di residui di prodotti fitosanitari Per ottenere questo ambizioso risultato, il Centro di saggio Agricola 2000 di Tribiano (MI), capofila del progetto, sta sperimentando in campo diverse varietà di sementi e sta testando l'efficacia di differenti strategie di coltivazione e mezzi tecnici (fungicidi, erbicidi e concimi), individuando quelli più utili allo scopo. Il piano è finanziato dal PSR (Programma di Sviluppo Rurale) 2014-2020 di Regione Lombardia (Operazione Go Pei - Gruppi operativi del Partenariato europeo per l'innovazione) finanziato con fondi della Commissione europea. Tra i partner istituzionali, accademici e aziendali ci sono il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA) dell’Università degli Studi di Torino, in particolare la collaborazione con i docenti Amedeo Reyneri e Aldo Ferrero, e il Distretto Agricolo Adda – Martesana (D.A.M.A.), che riunisce 20 aziende agricole per una superficie complessiva di oltre 10 mila ettari. Sono sei i produttori locali direttamente coinvolti ad oggi. Proprio per incentivare l’adesione alla nascente filiera e creare altre opportunità in nuove aree, anche extraregionali, i risultati ottenuti dal progetto sono disponibili e costantemente aggiornati sul sito web di Frudur-0 (https://frudur-0.it/), ad accesso completamente gratuito. Per chi lavora nel settore ci sono inoltre i fondi della PAC- Politica Agricola Comune europea, i fondi per progetti di ricerca innovativi nel settore agroindustriale Horizon e Horizon Europe. Sono anche aperti i bandi di PRIMA - Partenariato congiunto per la ricerca e l’innovazione nell’area del Mediterraneo con scadenza al 13 settembre, che coinvolge 19 Paesi euro-mediterranei ovvero 11 Stati dell’Unione Europea (Cipro, Croazia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lussemburgo, Malta, Portogallo, Slovenia, Spagna) e 8 Stati extra Unione Europea (Algeria, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Marocco, Tunisia, Turchia). I progetti selezionati vengono finanziati con risorse provenienti dai singoli Stati partecipanti a PRIMA, che ammontano complessivamente a 35,5 milioni di euro.