Pillole d'Europa
Scuole paritarie, diritti delle religioni, cooperazione e ricerca
SCUOLE PARITARIE, DIRITTI DELLE RELIGIONI, COOPERAZIONE E RICERCA PER STARE MEGLIO COME CITTADINI EUROPEI E CONOSCERE DIRITTE E TUTTE LE OPPORTUNITA' UTILI - In questa rubrica notizie flash sulle normative europee e internazionali, notizie internazionali ed europee utili e pratiche per la vita di tutti i giorni. E’ attivo un servizio di “A domanda, risposta” su bandi, agevolazioni, finanziamenti europei , borse di studio e di ricerca nazionali, regionali e locali per i lettori di Affaritaliani. Per richieste di informazioni scrivete a cinziaboschiero@gmail.com – oppure alla e-mail: dialogoconleuropa@gmail.com
Domanda: sono uno studente di oculistica, e sono interessato soprattutto, per la mia tesi, al tema del glaucoma, ci sono dei progetti di ricerca e cooperazione in questo ambito o congressi recenti a cui posso partecipare o ottenere documentazione aggiornata? Marco Viremi
Risposta: Ci sono progetti sia di ricerca che di cooperazione italiani, europei ed internazionali e per quanto concerne l’innovazione ci saranno due giornate di congresso il 29 e 30 settembre a Milano organizzate dalla associazione Goal- Gruppo Oculisti Ambulatoriali Liberi, in piazza Fontana 3 in cui esperti di valenza internazionale si confrontano su tutte le novità sia normative che di cura e di assistenza. Si parlerà anche del presente e futuro dell’oculista territoriale e delle best practices a livello europeo su diversi ambiti quali glaucoma, oftalmologia pediatrica, retina, superficie oculare, con approfondimenti anche di sezioni dedicate alla medicina legale, all’omeopatia e all’innovazione tecnologica e dei progetti in essere sia di ricerca che di cooperazione. Le segnalo inoltre che si è svolto di recente ad Helsinki il World Glaucoma Congress con la partecipazione del Dott. Danilo Renato Mazzacane, Oculista ambulatoriale presso la ASST di Pavia e segretario generale della associazione Goal (http://www.oculistigoal.org). Con il programma comunitario Horizon 2020 è stato finanziato ad esempio un recente progetto di ricerca intitolato GLAUrious - External Automatic Glaucoma Laser (Eagle) for the first-line glaucoma treatment.
Domanda: salve sono un genitore e vorrei iscrivere mio figlio ad una scuola paritaria, potrebbe dirmi come in Europa sono riconosciute e se le rette e la normativa sono diverse rispetto a quelle in Italia? Grazie Enrico Salemini
Risposta: le scuole paritarie sono riconosciute in tutti gli Stati dell’Unione europea nel senso che sono equiparate e stimate come qualità formativa. Varia la normativa e variano i costi e anche l’inquadramento degli insegnanti. In Francia ad esempio i genitori pagano solo i servizi extra e gli insegnanti sono pagati invece dallo Stato, come nella scuola pubblica, mentre gli enti locali coprono una parte degli altri costi, permettendo così ai singoli di proporre rette meno gravose, rispetto all’Italia, per i genitori. In Spagna sono gratuite, ad esclusione del "bachillerato" (le superiori dai 16 ai 18 anni. In Italia le scuole paritarie possono accedere i fondi PON, provenienti dall’Unione Europea e partecipare di conseguenza ai bandi in corso. L’Europa ha destinato alla scuola italiana, nei sette anni 2014-2020, un budget complessivo di oltre 3 miliardi di euro, di cui l’anno scorso sono stati impiegati circa 500 milioni. Il sistema scolastico finlandese , ad esempio, vede una stragrande maggioranza di istituti paritari, se non quasi la totalità, finanziati dallo Stato, a tutela delle esigenze educative del singolo bambino. “La scuola italiana dalle materne alle superiori,” ci dice suor Anna Monia Alfieri, presidente della Fidae, Federazione di Scuole Cattoliche primarie e secondarie, dipendenti o riconosciute dalla autorità ecclesiastica, promossa dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica, la scuola e l’università del Vaticano e riconosciuta dalla Commissione Episcopale Italiana,” è frequentata in Italia da otto milioni 826mila 893 studenti, 1 milione 109.585 dei quali frequentano scuole non statali, cioè non gestite dallo Stato, ma che dallo Stato sono controllate e riconosciute come luoghi di istruzione in base alla legge 62 del 2000. Per garantire l'istruzione a tutti lo Stato ha stanziato nell'anno scolastico 2015-2016 49 miliardi e 418 milioni di euro per la scuola statale e 499 milioni per quella paritaria. Proprio per quest'ultima, però, sono via via diminuiti gli stanziamenti: sono passati da 530 milioni nell'anno scolastico 2006- 2007 a 499 milioni nell'anno scolastico 2015-2016. Significa che ogni studente delle scuole statali riceve in finanziamenti, solo dallo Stato centrale, 6403,52 euro solo di spese correnti. La cifra aumenta di molto considerati i finanziamenti degli enti locali. Nella Francia laica e secolarizzata secondo i dati OCSE del 2014 la differenza tra la spesa per uno studente delle scuole paritarie è uno che frequenta le scuole statali è di soli 3.824 euro, mentre in Italia 6.769 (a vantaggio delle scuole statali). Gli scarsi finanziamenti hanno provocato nel corso degli anni un calo delle iscrizioni alle scuole paritarie, che sono passate dall’11,85%per cento l'anno scolastico 2010-2011 al 10,64 per cento dell'anno 2015-2016. C'è un dato però che testimonia la fiducia che molte famiglie ripongono nelle scuole non statali: la crescita degli studenti con bisogni particolari, come stranieri e disabili. I ragazzi disabili iscritti sono passati dagli 11.547 dell'anno scolastico 2010-2011 ai 12.211 dell'anno scolastico 2014-2015, mentre gli stranieri sono passati da 45.069 a 60.017”. Ad oggi quindi in Italia le scuole paritarie sono discriminate, i genitori penalizzati, ed anche i docenti :ad esempio gli insegnanti delle scuole paritarie italiane non beneficiano dei 500 euro per il loro aggiornamento professionale, elargiti dal Ministero, per ora, solo ai docenti delle scuole statali. E’ stata proposta l’introduzione di un costo standard -valutazione del costo standard di sostenibilità per allievo - applicabile ugualmente a tutte le scuole pubbliche, paritarie e statali. ”Immaginando che in ogni classe ci siano 25 studenti,” spiega Suor Anna Monia Alfieri,” si otterrebbero questi risultati: ad esempio nella scuola materna ogni alunno costerebbe 4570 3,91 euro, se in quella stessa classe ci fosse un alunno disabile la cifra salirebbe a 5.360 9,58 euro, ad esempio. Applicando questi costi standard ad ogni alunno di ogni scuola costerebbe 5 mila 441 euro per un costo statale di 47,1 miliardi I(cioè ben 2,8 miliardi in meno di oggi). È possibile perciò far risparmiare soldi allo Stato e garantire il diritto fondamentale all'istruzione senza discriminazioni economiche, restituendo alla famiglia la responsabilità educativa in una piena libertà di scelta ed è possibile grazie ad un pluralismo educativo in cui lo Stato garantisce pari risorse a tutte le scuole, con l'obiettivo di innalzare la qualità dell'istruzione italiana, portandola allo stesso livello degli altri Paesi europei”.
Domanda: in questi tempi così difficili per la convivenza culturale e religiosa Lei mi sa dire nelle scuole come viene regolato l’insegnamento delle religioni (es. quella islamica e quella cattolica) in Europa? Non ritiene sia utile anche un insegnamento di etica e morale e civismo? Una volta c’era educazione civica anche come materia, grazie Ludovica Vicenzi
Risposta: Nell’Unione europea e a livello internazionale il tema dell’istruzione e dell'insegnamento della religione sono al centro di un dibattito importante. L’insegnamento della religione si ha in diversi Stati, ma non si tratta ovunque di religione cattolica o di una religione unica. Ad esempio l’insegnamento della religione cattolica viene esercitato in sei Stati tra cui l'Italia, in Grecia viene insegnata la religione ortodossa. In Turchia, che chiede di entrare in Europa, si insegna la religione islamica. Dodici Stati hanno un insegnamento a scuola multi-religioso. In altre ci sono discipline interconfessionali, ad esempio in Svezia. Tutti i Länder tedeschi offrono l’insegnamento cattolico e protestante, la maggior parte anche ortodosso ed ebraico, alcuni anche islamico e in alternativa ci sono corsi di etica o filosofia, come in Austria. Ci sono poi situazioni territoriali varie: ad esempio nel sud della Germania, a prevalenza cattolica, sono diffuse esperienze di insegnamento islamico, talvolta anche in lingua turca. Altri sei Stati contemplano diverse confessioni cristiane (cattolica, ortodossa, protestanti), a volte nella medesima scuola o regione, a volte in zone diverse del Paese; ad esempio, in Finlandia si insegnano più confessioni protestanti. In Belgio il corso di religione frequentato entra nel curriculum personale dell’allievo e fa media e i vescovi fiamminghi stabiliscono i programmi per ogni livello di insegnamento, si tratta di corsi di taglio più filosofico il cui insegnamento è di competenza dei culti riconosciuti (cattolici, protestanti, ortodossi, anglicani, musulmani, ebrei). In Portogallo ci sono corsi di religione e morale tenuti da laici approvati dall’autorità ecclesiastica. Se per educazione civica intende l’educazione alla cittadinanza è inclusa nei curricoli nazionali di tutti gli stati dell’Unione europea e può venire impartita in tre modi diversi: come materia a sé stante, come parte di un’altra materia o area tematica oppure sotto forma di tematica trasversale. In 20 sistemi educativi i curricula nazionali trattano l’educazione alla cittadinanza come materia a sé stante obbligatoria e, nella maggior parte degli Stati dell’Unione europea, l’educazione alla cittadinanza è integrata in diverse materie e/o aree tematiche, che venga insegnata o no anche come materia a sé stante obbligatoria. In Francia, le conoscenze e competenze di base definite nel 2006 includono “competenze sociali e civiche” come in Lituania. In Italia, nell’ambito dell’area interdisciplinare “Cittadinanza e Costituzione” lanciata nel 2008 e attualmente in corso, tutti gli insegnanti devono includere obiettivi legati alla cittadinanza e alla costituzione nell’insegnamento della loro materia o area tematica. La Commissione europea inoltre con diversi fondi sostiene progetti per l’educazione alla cittadinanza europea.