Il Sociale

Gioco, Lottomatica: corsi di e-learning per tutelare i minori. L'intervista

Evitare che nei minori si crei un rapporto malato col il gioco, soprattutto con quello vietato ai più giovani. Per questo continua l'impegno di Lottomatica,  attraverso la partnership con il Moige (Movimento Italiano Genitori) e la Fit (Federazione Italiana Tabaccai) per mettere in atto il Programma di Gioco Responsabile che mira a prevenire le problematiche legate al gioco dei minorenni e per tutelare i consumatori contro i rischi connessi ad un approccio scorretto al gioco. Ma come si realizza concretamente tutto questo? Affaritaliani.it lo ha chiesto a Simone Cantagallo, Direttore Comunicazione di Lottomatica che segue la campagna “Facciamo girare la voce: no al gioco minorile!”

Lottomatica insieme a Moige e Fit. Come nasce questa “unione”?
L’idea nasce dalla volontà di confrontarsi su un tema molto importante che riguarda il divieto di gioco con vincite in denaro per i minori. In tal senso la scelta dei partner non è stata casuale: il Moige (Movimenti Italiano Genitori) è un’organizzazione che da anni si batte per la protezione e la sicurezza dei bambini e degli adolescenti e la Fit (Federazione Italiana Tabaccai), è il nostro partner storico per la rete dei punti vendita. Insieme a Moige e Fit per il quinto anno consecutivo, da novembre abbiamo attivato questa campagna informativa rivolta a informare e sensibilizzare gli adulti su un fatto tanto semplice quanto fondamentale: in Italia esiste una legge che vieta l’accesso al gioco ai minori, e questa legge va rispettata. Con questa campagna cerchiamo di portare quante più persone possibile a conoscenza di questi divieti in modo tale che si impegnino a rispettarli.

E’ difficile per voi far passare il concetto di un gioco responsabile, soprattutto verso i minori?
Ai minori deve arrivare un solo concetto: non possono giocare laddove sia prevista una vincita in denaro. Ciò può avvenire anche attraverso la maggiore sensibilizzazione e trasparenza possibile nel spiegarlo e farlo capire agli adulti, ai quali poi spetta, a seconda dei ruoli (genitori, educatori) di dare l’esempio ai nostri ragazzi.

Concretamente come si previene il gioco minorile?
Da un punto di vista pratico, basterebbe applicare la legge vigente. Ma affinché ciò avvenga, come dicevo, è importante mettere in campo iniziative che rendano noti, anche attraverso forme di comunicazione ad hoc, i contenuti della legge stessa. E’ questa la filosofia alla base del progetto “Facciamo girare la voce” realizzato con Moige e FIT. Da novembre 2015 a febbraio 2016, per 12 weekend, attraverseremo tutta Italia toccando 24 città, con l’obiettivo di informare e spiegare i contenuti della legge, anche grazie alla distribuzione di materiale informativo e alla la possibilità di effettuare un corso di e-learning e un test.

Le famiglie che ruolo devono avere? Le famiglie hanno un ruolo fondamentale in quanto danno l’esempio. In tal senso, la campagna è finalizzata a fornire ai genitori suggerimenti e informazioni che permettano loro di instaurare un dialogo costruttivo con i propri figli sul tema della conoscenza del divieto. 5. C’è un modo per monitorare che il divieto di far giocare i minori venga realmente rispettato? I Monopoli, attraverso la Guardia di Finanza, ogni anno realizzano numerosi controlli finalizzati a verificare il rispetto delle varie normative che regolano il gioco legale in Italia, tra cui anche il divieto di gioco per i minori. In quest’ultimo caso, chi trasgredisce rischia una serie di sanzioni che vanno dal pagamento di una multa fino alla chiusura dell’esercizio commerciale o la revoca della concessione.

Come si svolgeranno i corsi di e-learning?
Sui tre pc presenti negli stand, è possibile effettuare un corso con specifiche sessioni dedicate alla legge, ai campanelli d’allarme e ai consigli pratici per i genitori. Durante il corso è inoltre possibile effettuare due test per misurare il grado di conoscenza della legge e, nel caso degli adulti, per capire il tipo di approccio al gioco e se ci sono potenziali problematicità. Contemporaneamente è possibile anche vedere un video riepilogativo degli scopi e dei contenuti della campagna e del corso di e-learning.

Cosa direbbe a un giovane per spiegargli perché è meglio non giocare? Ogni età ha i suoi giochi. Alcuni non possono essere fatti dai minori, e c’è una legge a tal riguardo che lo prevede, perché dietro c’è una ragione ben precisa e condivisibile del legislatore, ovvero che il gioco, così come altri prodotti merceologici, richiede una sensibilità e un grado di maturità e attenzione che naturalmente i minori non possono avere.

Andrea Bufo