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Sport
Durante Galles-Iran sequestrate le magliette a sostegno delle donne iraniane

La situazione in Iran tra proteste e repressione

Da oltre due mesi donne e uomini protestano contro il regime di Teheran, non solo in Iran ma in tutto il mondo, e chiedono una maggiore tutela dei diritti delle donne, dopo la morte della 22enne Masha Amini per mano della polizia morale iraniana, perchè indossava il velo "in modo non corretto". 

Molti tifosi iraniani ieri si sono presentati allo stadio con la maglietta e la bandiera con la scritto “Woman Life Freedom”. Altri avevano scritto sulle mani o sulle braccia o sugli abiti “Mahsa Amini". Alcuni hanno  mostrato lo striscione “Libertà per l’Iran, non per la Repubblica Islamica”.

La nazionale iraniana, soprannominata Team Melli, ieri sera ha cantato l'inno che aveva rifiutto di cantare nella sua prima sfida con l'Inghilterra. Molti dicono che sia stata costretta, visto che ieri è arrivata la notizia che il loro ex compagno di squadra, il calciatore Voria Ghafouri, è stato arrestato davanti al figlio e portato in carcere con l’accusa di “propaganda” e “insulto della reputazione della nazionale”. L'arresto è stato interpretato come un monito repressivo da parte del governo rivolto ai giocatori iraniani presenti in Qatar: anche gli sportivi che manifestano appoggio alle proteste finiscono in carcere.

Secondo gli attivisti, dall'inizio delle proteste, sono almeno 445 i manifestanti uccisi: ma potrebbero essere molti di più. Tra le persone rimaste uccise negli scontri si contano 63 minorenni e 57 agenti di sicurezza. Secondo i dati degli attivisti, sono state arrestate 18.170 persone, delle quali si conosce l’identità solo di 3.234.

Leggi anche: Qatar 2022: l'Iran canta l'inno e lo stadio fischia in segno di protesta

 

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