Euro 2016, troppi eccessi su Conte e Buffon prima di Italia-Germania
Italia-Germania è una partita, non una mobilitazione popolare o una resa di conti nel calcio azzurro
Fanno un po' sorridere quanti, allo scopo di incitare i giocatori, impegnati, sabato a Bordeaux, contro la Germania, auspicano un'Italia, di azzurro vestita, mobilitata contro gli "infami disfattisti", di fascistica memoria, e quei connazionali che, legittimamente, si indignarono contro la corruzione e sui giornali denunciarono le numerose, purtroppo, brutte pagine di calcio tutt'altro che pulito, da "Moggiopoli" in poi.
È tanto difficile limitarsi a elogiare i protagonisti, finora positivi, di una competizione sportiva, impegnati a ben figurare, in campo e in panchina, e non, certo, a prendersi rabbiose rivincite su quanti li avevano criticati, quando restarono coinvolti in vicende non commendevoli ?
Affaritaliani.it, Il "Corriere della Sera", "La Gazzetta dello Sport" e altri giornali hanno evidenziato l'acume tattico e il forte ascendente sui giocatori del commissario tecnico leccese, assunto dal Presidente della FIGC, don Carlo Tavecchio, e molto ben pagato per fare, bene, il proprio lavoro. Ma è eccessivo presentare Antonio Conte come una sorta di "Steve Jobs alla salentina" e sostenere che guida "una banda di assatanati". E che, per il successore di Prandelli, l'errore di un calciatore equivarrebbe, addirittura, alla "perdita di un po' d'anima".
Il prossimo manager del Chelsea è un bravo allenatore, che domani guiderà, in una delicata partita di calcio, gli azzurri.
In un match da guardare-vestiti come ciascuno vorrà-con attenzione, ma non sentendosi in trincea contro i nostri connazionali "indignados", colpevoli di non aver, sempre e comunque, applaudito le gesta di Buffon- che anni fa esaltò, in TV, i "boia chi molla !", di lugubre, fascistona memoria- e dei suoi compagni.
Anche se non è facile, forse, far capire tutto ciò a chi di pallone si interessa poco e di rado, il calcio è bello, soprattutto perché consente a tutti la libertà di criticare, di applaudire e anche di "gufare". Senza intrupparsi in squadre schierate, arbitrariamente, per partite e obiettivi, che non ci azzeccano nulla con i Campionati europei.
Pietro Mancini