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Europei e politica: fischi all'Inghilterra, censurata la maglia dell'Ucraina

Wembley non approva l'inginocchiamento in stile "Black Lives Matter", mentre la Russia protesta per il riferimento del kit ucraino alla Crimea

La politica fa irruzione agli Europei: fischi all'Inghilterra che sostiene "Black Lives Matter", censurata la maglia dell'Ucraina che fa riferimento alla Crimea

L'Inghilterra inizia gli Europei battendo la Croazia 1-0 con un gol di Sterling, ma continuano le polemiche con il pubblico. Prima dell'inizio della sfida, i giocatori britannici si sono inginocchiati nel gesto reso famoso da “Black Lives Matter” che già aveva creato polemiche politiche nelle ultime amichevoli di preparazione. Nonostante il parere contrario di parte dei tifosi, la Football Association (la federcalcio inglese) ha deciso di sostenere la scelta dei ragazzi di Southgate, che infatti hanno ripetuto il gesto anche a Wembley. Coerente anche la Croazia, che invece non si è inginocchiata, come annunciato alla vigilia.

Wembley fischia l'Inghilterra che sostiene "Black Lives Matter"

A quel punto, dagli spalti dello stadio londinese, che per l'occasione ospitava 22.500 spettatori (in ossequio alle norme di prevenzione del Covid-19) sono partiti dei fischi e dei “buu”, che tuttavia sono stati coperti dagli applausi della gran parte dep pubblico. L'ex nazionale inglese Rio Ferdinand ha detto che “i tifosi dovrebbero sapere che i giocatori e l'allenatore hanno più volte spiegato quali motivi stiano dietro questa scelta. Non è un fatto politico. Lasciate perdere queste cose e sostenete i ragazzi”.

La Uefa censura la maglia dell'Ucraina, dopo le proteste russe

Sul tema del rapporto tra calcio e politica, la Uefa ha ordinato all'Ucraina di modificare la divisa ufficiale scelta per questi Europei, a poche ore dalla gara di esordio contro l'Olanda. Il kit originale della squadra di Shevchenko infatti raffigura la cartina del Paese sul fronte della maglia, comprendendo anche il territorio della Crimea: un chiaro riferimento alla contesa iniziata nel 2014 con la Russia di Putin, che infatti si è rivolta alla Uefa per protestare. Inizialmente, il governo del calcio mondiale aveva solamente fatto rimuovere la scritta “gloria ai nostri eroi” sul colletto della divisa, sostituita da un meno guerresco “gloria all'Ucraina”. Dopo il reclamo di Putin, è stata operata “un'analisi più approfondita” che ha portato al diktat nei confronti della maglietta contestata.