Sport
Juventus, dall'Avvocato ad Andrea Agnelli: trionfi, record, plusvalenze e guai
Vent'anni fa moriva il compianto Gianni Agnelli: confrontiamo la sua gestione con quella del nipote, appena finita in modo traumatico
La Juventus di Andrea Agnelli: 2010-2022
Il 19 maggio 2010, a soli 35 anni di età, Andrea (figlio di Umberto) è stato eletto come quarto Agnelli alla presidenza della Juventus. La Vecchia Signora era reduce da un mediocre settimo posto, al terzo anno di ricostruzione dopo il ritorno nella massima serie. Anche la prima stagione di Andrea, con Gigi Delneri in panchina, si è chiusa al settimo posto, ma la svolta è arrivata nell'estate successiva, con l'ingaggio di Antonio Conte. L'ex capitano bianconero è tornato come allenatore e ha esordito nel nuovo Juventus Stadium, inaugurato l'8 settembre 2011 con un'amichevole col Notts County. Nella loro nuova casa, i bianconeri hanno stabilito un record storico vincendo nove scudetti consecutivi, oltre a 5 Coppe Italia e 5 Supercoppe italiane.
Un dominio assoluto sul calcio italiano che la Juventus ha esercitato anche cambiando ben cinque allenatori. Conte ha vinto i primi tre scudetti (2012, 2013 e 2014), prima di lasciare improvvisamente la società in seguito a dissidi sul calciomercato e accasarsi in nazionale. È poi arrivato Max Allegri, che ha vinto cinque scudetti di fila (2015, 2016, 2017, 2018 e 2019), ma senza riuscire a ripetersi in Europa. Si è allora tentata la strada del calcio-spettacolo con Maurizio Sarri, il quale ha ripetuto la vittoria del campionato (2020), ma anch'esso ha deluso in Champions League. A sorpresa, nella stagione 2020/21 Agnelli si è affidato ad Andrea Pirlo, che era da poco stato ingaggiato come allenatore dell'Under 23, ma l'esperimento è finito male: Juventus solo quarta in campionato, pur vincendo Coppa Italia e Supercoppa italiana. Con l'ennesima inversione a U, Agnelli ha richiamato Allegri, ma la sua prima stagione è finita a becco asciutto, per la prima volta nel decennio: ancora quarta in campionato, la Juventus ha perso sia la finale di Coppa Italia che quella di Supercoppa, uscendo per l'ennesima volta agli ottavi di Champions League.
Allegri ha anche perso due finali di Champions League (2015 e 2017), allungando il poco invidiabile record di Madama, sconfitta per ben sette volte nell'atto decisivo del torneo. L'ossessione europea ha spinto il club bianconero a sforzi di calciomercato non indifferenti, come l'acquisto di Gonzalo Higuain nel 2016 (dal Napoli per 90 milioni di euro) e soprattutto di Cristiano Ronaldo nel 2018 (dal Real Madrid per 117 milioni di euro). Oltre ai due superbomber, non vanno scordati ingaggi di peso come Bonucci, Barzagli, Pirlo, Vidal, Pogba, Tevez, Khedira, Mandzukic, Pjanic, De Ligt, Chiesa e Vlahovic, con un'esposizione decisamente rilevante. La vicenda-Covid ha reso ancora più difficile il raggiungimento dell'equilibrio economico, come per tutte le squadre, e nel corso del ciclo la società è stata costretta a ricapitalizzare.
La vicenda legata a Cristiano Ronaldo è stata talmente controversa da portare alla rottura con uno dei migliori dirigenti italiani quale Beppe Marotta, passato ai rivali dell’Inter, e proprio in questi giorni si sta trasformando in un notevole problema legale che pende sul capo della società. Anche nel management ci sono state notevoli giravolte, con la promozione di Paratici (che era il braccio destro di Marotta), la sua uscita per il Tottenham e l'avvento di Cherubini, per poi passare ad Arrivabene e alle recenti dimissioni in blocco del CdA, sostituito dal nuovo gruppo dirigente voluto da John Elkann.
Nel bilancio della gestione di Andrea Agnelli va inserita anche la fondazione della squadra femminile. Le Juventus Women, nate nel 2017, hanno vinto tutti e cinque i campionati di serie A fin qui disputati, oltre a due Coppe Italia e tre Supercoppe italiane. Anche per loro la Champions League è ancora un ostacolo insormontabile, ma questo non è un problema specifico delle bianconere: pesa soprattutto il divario che ancora separa il calcio femminile italiano dai principali movimenti europei. Sempre nel 2017, la società ha dato il via a un clamoroso rebranding, abbandonando il vecchio logo con l'ovale a strisce bianconere per una J ristilizzata, considerata più d'appeal per il mercato internazionale. Altrettanto disruptive è stata la scelta del 2019, quando la Juventus si è presentata con una maglia senza le righe verticali, bensì divisa a metà tra bianco e nero, separati da una sottile striscina rosa. Anche in questo caso, la scelta occhieggava a ragioni commerciali, specialmente sul mercato americano (dove le strisce bianconere le usano gli arbitri).
Nel corso del ciclo di Andrea Agnelli ci sono poi state alcune vicende decisamente poco piacevoli, come l'ammenda di 100.000 euro per i rapporti poco chiari con alcuni esponenti della curva bianconera e la gestione dei biglietti, il caso-Suarez e l'ormai famosissimo caso-plusvalenze, chiuso a maggio 2022 e poi riaperto negli scorsi giorni dopo le indagini della Procura di Torino: Agnelli e tutto il CdA hanno rassegnato le dimissioni a fine 2022 e nel processo sportivo lui ed altri ex dirigenti sono stati sanzionati con pesanti inibizioni, oltre ai 15 punti di penalizzazione inflitti alla squadra. E questo è solo l'inizio, perchè sugli stessi fatti si stanno muovendo anche la Uefa (che non ama moltissimo Agnelli e la Juventus anche per via del progetto Superlega) e soprattutto la magistratura ordinaria, le cui sanzioni sono potenzialmente molto più dolorose.