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Juventus in vendita, cosa c'è di vero e perché si e perché no
L'ingresso di Tether come nuovo socio di minoranza ed i silenzi di John Elkann sul futuro aprono ad ipotesi clamorose
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Juventus in vendita, cosa c'è di vero e perché si e perché no
La Juventus è in vendita. La notizia rimbalza da qualche giorno sui social dopo l'annuncio dell'ingresso di un nuovo socio di minoranza, il gruppo Tether leader nel campo delle criptovalute (che ha messo 50 milioni...) e soprattutto il silenzio di John Elkann ad una domanda sull'impegno nel futuro degli eredi di casa Agnelli, da sempre i proprietari del club bianconero, interpetato come una volontà di disimpegno.
Ci sono però delle regole nel mercato che valgono per qualsiasi tipo di operazione di vendita-acquisto e che riguardano anche il futuro della Juventus e che da una parte rendono fattibile l'operazione e dall'altra la fanno sembrare molto complessa.
Perché SI alla vendita
La Juventus resta la squadra di calcio italiana dalla forza economica globale maggioore. Un ultima analisi di Brand Finance ad esempio e che monitora il valore del "trademark" di ogni nsongolo club mette i bianconeri al 12° posto in europa ma la conferma come leader italiana, con un valore stimato in 582 milioni di euro, davanti ad Inter e Milan. Non solo.
Il vero vantaggio dei bianconeri rispetto alle altre big italiane è di avere uno stadio di proprietà. A livello di bilancio la struttura ed i terreni di proprietà pesano per 167 milioni ma la società ritiene che il vero valore commperciale sia di 350 milioni, il doppio. Gli intrioti legati allo stadio nell'ultimo bilancio si aggirano attorno ai 50 milioni, in leggero calo.
Nel suo complesso il valore ad oggi della Juventus in caso di vendita è di circa 2 mld, ma, si sa, difficilmente una cessione si chiude al valore previsto da chi vende.
Dal punto di vista sportivo c'è una realtà da non sottovalutare. La famiglia Agenlli faceva della squadra uno dei suoi punti di forza, era un vanto. Dalla morte dell'Avvocato con il passare degli anni e gli sforzi sempre maggiori richiesti per restare competitivi a livello internazionale hanno visto calare l'interesse degli eredi e sono in molti quelli attorno a John Elkann a raccontare una volontà di diminuire l'impegno (non redditizio) nel calcio. Da qui la voglia di cercare un possibile nuovo acquirente.
Perché NO alla vendita
Sono due le ragioni che potrebbero far desistere eventuali magnati interessati a mettere le mani sulla Juventus. Il primo è lo scarso appeal del nostro campionato di calcio. La Serie A infatti per interesse e diritti tv in Europa viene dopo (e non di poco) Inghilterra e Spagna. Logico che investitori, spettatori, pubblicità non abbiano lo stesso appeal rispetto alla Premier League, tanto per fare un esempio.
Il secondo problema sono i conti della società. La Juventus ha presentato lo scorso giungo il BIlancio 2024 con un passivo di 192 milioni, ripianato dal socio di maggioranza. Un dato ancor più alto rispetto a quello di 12 mesi prima, era il 2023, con la chiusura a -123 milioni.
Da un paio di stagioni è cominciata una campagna di riduzione forte degli ingaggi ma gli investimenti fatti nelle ultime due sessioni di calciomercato da quasi 250 milioni (coperti non del tutto dalle cessioni) rischiano di pesare ancora. Necessaria la qualificazione alla prossima Champions League ed anche un percorso il più lungo possibile nell'attuale competizione europea, vera fonte di denaro per le casse delle nostre società.
Chi potrebbe comprare
Nomi sul tavolo al momento non ce ne sono ma gli esperti di finanza raccontano come al momento in Italia non esista un imprenditore che abbia la voglia e la forza finanziaria per chiudere un'operazione complessiva da 2,5 mld. Si guarda quindi all'estero, soprattutto ad alcuni fondi internazionali, senza preclusioni, soprattutto legati all'Arabia Saudita, nuovo Eldorado del calcio globale in vista dei Mondiali del 2034.
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