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La figlia del calciatore Bruno Beatrice: "Mio padre ucciso dai raggi X"
La morte di Vialli e le conseguenti dichiarazioni di Dino Baggio sulle sue preoccupazioni per le sostanze prese come calciatore scoperchiano un vaso di pandora
Bruno Beatrice, la figlia del calciatore morto di leucemia non ha dubbi: "Mio padre ucciso dalla terapia a raggi X per la pubalgia"
La prematura scomparsa di Gianluca Vialli sembra aver portato a un qualcosa di più grande. Prima le dichiarazioni di Dino Baggio, che ha confessato di temere un legame tra sostanze assunte dai calciatori in attività e le malattie palesatesi successivamente, poi le drammatiche esternazioni di Brambati e di Radocioiu. Fino ad affondare ancor più indietro nella memoria, come testimoniato da Claudia Beatrice ai microfoni della Rai.
La primogenita di Bruno Beatrice, ex calciatore della Fiorentina negli anni Settanta, scomparso a soli 39 anni a causa di una leucemia, ricorda: "Anche se l'inchiesta penale sul caso di nostro padre fu archiviata - dice ai microfoni di RaiNews 24 - ci sono stati altri giocatori di quella squadra deceduti dopo aver contratto malattie importanti”.
“Mio padre”, continua, “si sottopose a una lunga terapia di raggi X per guarire dalla pubalgia, con sedute che duravano dai 30 ai 45 minuti, cui si sottoponeva a giorni alterni. Calcolando l'esposizione per la frattura a un dito o una gamba, non servono luminari per arrivare alla conclusione”.
"La cura durò tre mesi e i medici non gli avevano detto della pericolosità della malattia, altrimenti sarebbe stato un deficiente a sottoporsi ad una terapia così rischiosa. Nei trattati di medicina c'era scritto che un trattamento con i raggi X avrebbe potuto portare dopo una decina d'anni alla leucemia”.
“L'inchiesta penale”, continua, “è stata archiviata, la causa civile è ancora aperta, ci sono delle novità di cui non posso parlare. Sulle altre morti non saprei cosa dire. Di certo ci sono stati altri giocatori di quella squadra che hanno contratto malattie importanti e sono deceduti".