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Milan, Cardinale: "Stadio a Milano priorità. Inter? Amo essere indipendente"

di redazione sport

Gerry Cardinale parla per la prima volta del futuro del Milan a 360°: stadio (a La Maura) e "continuità con Elliott", così rilancia il Diavolo nel mondo

Milan, Cardinale accelera sul nuovo stadio: "Mi piace essere indipendente. L'Inter sta pensando al proprio futuro, noi pensiamo a cos'è meglio per noi"

Il proprietario del Milan Gerry Cardinale, fondatore e managing partner di RedBird Capital Partners è stato invitato a partecipare alla quinta edizione del “The Business of Football Summit” a Londra (evento organizzato dal Financial Times). E ha parlato a 360 gradi.

Cosa sorgerebbe a La Maura? Sala: "Ad oggi solo lo stadio e Casa Milan"

"Il Milan ha fatto un passo in preciso. Pur in maniera informale, ci ha comunicato che sta valutando una nuova opzione, sita nell'area chiamata La Maura. La proprietà mi ha comunicato che ha bisogno di tre settimane per studiare un master plan che definisca l'intervento e che, da quanto capisco ad oggi, riguarderebbe solo lo stadio e Casa Milan, non altre costruzioni"

Sul nuovo stadio è stato chiaro:  “Abbiamo le esperienze con lo Yankees Stadium, il Dallas Cowboys Stadium. Abbiamo esperienza nel costruire stadi e nel differenziare le varie entrate da questo tipo di infrastruttura. Sono un grande sostenitore dell’essere indipendenti, ma al momento non c’è niente che escludiamo a prescindere. Però sai, penso che l’Inter al momento sia pensando a quello che sarà il loro futuro e noi ci concentriamo sul nostro e quale può essere la migliore soluzione per noi”.

Sul fondo Elliot: "Uno dei punti del business plan è la continuità con Elliott, RedBird ha il 100% delle quote. Per andare avanti e arrivare al prossimo step abbiamo preso due top manager che arrivano da Elliott ma che si sono offerti loro alzando la mano e parlo di Furlani, che sostituisce Ivan Gazidis che ha fatto grande lavoro, come AD e di Cocirio come CFO".

Gerry Cardinale mette la parola fine sulla Superlega:  "Il progetto è fallito e non c’è motivo di parlarne". Sul perché non è ogni domenica allo stadio: "Non si tratta di me. "Personalized ownership" non ha senso per me.  Se ognuno fa il suo lavoro avremo successo. Farmi vedere non cambia, il mio compito è portare le risorse per competere". E spiega la sua filosofia: "Tutti vogliono vincere. Nessuno è più competitivo di me. Voglio vincere uno scudetto e voglio vincere la Champions League ogni anno. La realtà è che il motivo per cui questi asset hanno scarso valore è che i risultati sportivi non si possono controllare. E’ il bello dello sport: non è controllabile. Quindi mi concentro su ciò che possiamo controllare, di cui sono  responsabile e che farò. È un lavoro di squadra. Non può essere solo di una persona".

Il presidente del Milan Gerry Cardinale al Business of of Football Summit. L'intervento integrale

Come sta Gerry? Grazie per essere qui con noi. Quindi sono passati circa nove mesi dall'acquisizione del Milan?
"Nemmeno, abbiamo firmato a giugno e acquistato a settembre"

Ecco. Non ha mai parlato molto pubblicamente del Milan. Siamo davvero contenti di averla qui e di sapere qualcosa di più. Forse potremmo iniziare da cosa l'ha spinta a comprare questo club e da quale sia la visione che sta alla base della sua tesi?
"Investiamo nello sport da oltre 20 anni. Il nostro modello di business per gran parte di questo periodo è stato proprio il business dello sport. Si trattava di collaborazioni con i rights holders e di creazione di business a valore terminale attorno a questi. New York Yankees, Dallas Cowboys, NFL, gli stessi giocatori. Cinque anni fa, abbiamo iniziato a guardare il panorama e ci siamo detti: "E se ci integrassimo verticalmente e diventassimo noi stessi i detentori dei diritti?”. Questo percorso è iniziato cinque anni fa, abbiamo fatto un'immersione profonda nel calcio europeo. Il calcio europeo mi ha sempre preoccupato perché se si guarda all'ecosistema e ai capitali che attrae, sembrerebbe che competere contro stati sovrani non sia una buona idea. Ma dò pieno credito a Billy Beane, che mi ha “istruito”. Si può sempre imparare qualcosa nello sport. E lui mi ha detto: "Sai, non lo stai guardando nel modo giusto. Il calcio europeo è davvero Moneyball e c'è un'enorme opportunità”. Anche negli Stati Uniti, come abbiamo visto, ci sono restrizioni sulla proprietà. Quindi abbiamo l'opportunità di integrare verticalmente e di fare ciò che facciamo come rights holders e mettere a disposizione tutto quello che abbiamo sul campo e fuori dal campo.

Prima ha comprato il Tolosa, poi ha fatto un deal molto più grande con il Milan per 1,2 miliardi di dollari. Credo che lei abbia detto che si tratta di un asset sottovalutato. Si può fare molto di più. Cosa si può fare con questi?
Ci siamo stati su per, credo, quasi quattro anni. Non siamo il tipo di investitori che si presentano e comprano. Non firmiamo assegni, noi scriviamo business plan. E quindi, sapete, tutto si basa su un business plan. Oggi tutti hanno soldi. Ho iniziato a fare questo lavoro 20 e più anni fa, e presentarsi con un capitale era in realtà il vantaggio competitivo; ora tutti hanno i soldi. Quindi, a che pro? Quindi devi essere migliore. Ed è molto semplice. Il Milan è uno dei grandi marchi del calcio europeo, e quando si presenta un'opportunità c'è un'enorme scarsità di valore intorno a questi asset. È per questo che l'economia che si crea quando si riuniscono tutti e 32 i proprietari della NFL è piuttosto potente. Il Milan ha il secondo maggior numero di trofei di Champions League nella storia dopo il Real Madrid. Si tratta di un asset non sufficientemente gestito. Ci piace portare il nostro capitale e la nostra capacità operativa in un ecosistema e migliorarlo. Ed è quello che faremo qui.

SEGUE - LO STADIO DEL MILAN E...