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Fonseca-Ibra-Cardinale-Giocatori-tifosi. Tutti i guai del Milan - Retroscena
Lo sfogo dell'allenatore rossonero è solo la punta di un iceberg sommerso pieno di rancori e malumori cominciati in estate
I guai del Milan, da Fonseca alla società
Il giorno dopo lo sfogo di Paulo Fonseca al termine del match vinto dal Milan contro la Stella Rossa di Belgrado è il momento delle analisi e delle considerazioni. E sono in molti i profondi conoscitori delle cose di Milanello a raccontare oggi che "alla fine i nodi vengono al pettine". Il malessere esploso ieri in tutta la sua violenza dell'allenatore portoghese è infatti la spia di una situazione difficile, complicata, che non riguarda solo chi oggi si siede sulla panchina rossonera.
Fonseca, la "terza scelta"
Non si può cominciare dal ricordare l'estate scorsa ed il casting per la scelta del successore di Stefano Pioli (forse allontanato non con il rispetto e le considerazioni dovute). Non è mistero che il nuovo plenipotenziario del Milan, cioè Zlatan Ibrahimovic, volesse Antonio Conte ed i contatti tra i due nella tarda primavera scorsa dovevano portare proprio a quello. Un progetto che aveva incontrato il benestare, anzi, l'entusiasmo, dei tifosi ma naufragato in breve dopo il No secco della società alla ricerca di un profilo differente: non italiano, non troppo ingombrante dal punto di vista mediatico, profondamente aziendalista. Così Furlani fece il nome di Lopetegui, spagnolo, istrionico ma perfetto per gli schemi voluti dalla proprietà. L'accordo era quasi chiuso ma venne bloccato dalla protesta, furiosa, dei tifosi, per nulla contenti e che sognavano Conte. Scartato quindi Lopetegui ecco il nome nuovo, Paulo Fonseca, presentato in perfetto "Ibra Style" dal dirigente svedese: "Lo abbiamo studiato bene, lo abbiamo scelto per portare la sua identità a quei giocatori che abbiamo con un gioco dominante e offensivo. Siamo molto fiduciosi".
Parole in realtà poco convinte dato che il rapporto tra i due non è mai decollato come sarebbe servito.
Fonseca quindi è stato più una scelta di Furlani che di Zlatan ed è evidente che ad ogni cattiva prestazione il rapporto in generale tra i due si complica. Non è un caso ad esempio che Ibrahimovic ieri abbia lasciato San Siro al triplice fischio, senza aspettare le scoppiettanti dichiarazioni dell'allenatore nel dopo partita.
Si dice anche che la rottura tra i due sia avvenuta pochi giorni prima, dopo la sconfitta di campionato con l'Atalanta, quando la dirigenza avrebbe fatto capire a Fonseca che senza la qualificazione alla prossima Champions League la sua panchina sarebbe andata ad altro allenatore. Una pressione eccessiva per il mister portoghese che domenica scorsa se l'è presa con l'arbitro e ieri con i suoi giocatori.
La squadra
Ieri Fonseca ha attaccato i giocatori in maniera diretta, decisa. Ma in particolare ci sono alcuni elementi con cui il feeling è ai minimi termini, e siamo generosi nel dare questa definizione.
Basti pensare a Leao, messo in panchina con diversi mal di pancia. Ma i casi più spinosi sono quelli di Theo Hernandez e Calabria. Il primo poi merita un capitolo a parte. Il francese l'estate scorsa era pronto a correre a Monaco di Baviera per accasarsi con il Bayern e lottare per la Champions League. Poi l'operazione è saltata per il No della moglie del giocatore, Zoe Cristofoli, oggi in attesa del secondo figlio (una bambina). L'esterno sinistro alla fine è rimasto ma con l'amaro in bocca che si trasforma in un atteggiamento svogliato di quello che è uno dei big della rosa rossonera. Insomma, un caso al punto che le voci di una possibile panchina punitiva se non di cessione a gennaio si fanno sempre più forti (la società infatti non ha ancora avanzato proposte per il rinnovo come fatto con altri).
C'è poi Davide Calabria, separato in casa destinato a lasciare il Milan a fine stagione senza alcuna possibilità o proposta di rinnovo. Anche con lui il feeling non è scattato. A questo poi bisogna aggiungere che Calabria ormai ha rotto anche con la tifoseria che non gli fa mancare sonore bordate di fischi ad ogni errore o sostituzione.
La società
Ma non è che ai piani alti le cose siano limpide, anzi. Non è un caso che proprio due giorni fa il MIlan ha licenziato il Direttore sportivo, Antonio D'Ottavio, uomo della vecchia gestione cinese... Una scelta per dare molto più potere ad Ibrahimovic il cui atteggiamento però non piace proprio a tutti i tifosi rossoneri. Lo svedese è accusato di avere un modo di fare non proprio "canonico" per un dirigente, diciamo non proprio alla Marotta. Ogni dichiarazione diventa più una provocazione contro tutto e tutti, che siano questi fuori ma anche dentro la società e la squadra.
C'è poi la proprietà. Jerry Cardinale è da mesi al centro delle voci più disparate che lo vogliono addirittura sul punto di cedere le sue quote di maggioranza ad Elliot; ma è soprattutto la sua latitanza ad infastidire i tifosi del Milan che vorrebbero una proprietà più presente.
Il futuro
Cosa succederà domani è difficile saperlo. Addirittura a Milanello c'è chi sostiene che lo sfogo di ieri di Fonseca faccia parte di un disegno per aumentare le polemiche interne in modo da farsi cacciare dalla dirigenza con relativa buonuscita milionaria. Come si parla di partenza di Theo hernandez a gennaio (difficile). La realtà è che Fonseca sa che senza la Champions il suo destino è segnato, forse per sempre. Un fallimento nella prima grande sfida ad altissimo livello della sua carriera che gli renderebbe difficile la conquista della panchina di un altro Top team.
Di sicuro la tifoseria pretende di più, di tornare a lottare per gli obiettivi che contanto e nessuno, da questo punto di vista, può sentirsi estraneo alla contestazione.
Un mare quindi di problemi. E se non basta nemmeno una vittoria in Champions per allontanare le polemiche è perché la situazione è ormai fuori controllo.
Quindi nulla è escluso, persino un drastico esonero. Che al momento non ha sostituti...
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