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Milan-Boban divorzio? Ore decisive e possibile addio immediato
Rangnick al Milan con un suo staff: senza Boban e Maldini sarà una nuova rivoluzione rossonera. Dubbio Ibrahimovic
Milan-Boban divorzio? Ore decisive e possibile addio immediato
Zvonimir Boban e il Milan si separano? Secondo quanto riporta Sport Mediaset sono due le ipotesi: "Boban lascia il Milan da subito, attraverso un licenziamento vero e proprio, addirittura per giusta causa (nel caso in cui il faccia a faccia non lasciasse spazio a possibili chiarimenti effettivi) o attraverso una risoluzione consensuale. La seconda: per motivi di opportunità, Boban resterebbe in rossonero fino alla fine della stagione. Questa è sicuramente un'ipotesi poco gradita a uno come il croato, abituato comunque a operare in autonomia e a metterci la faccia. Un dato di fatto pressoché certo al cento per cento è che comunque il rapporto Milan-Boban non andrà oltre la fine della stagione, quando verrà effettuato un nuovo rimpasto societario".
Rangnick al Milan con un suo staff: senza Boban e Maldini sarà una nuova rivoluzione rossonera. Dubbio sul futuro di Ibrahimovic
Rangnick sempre più vicino al Milan: l'ex allenatore del Lipsia e attualmente capo dell'area calcio della Red Bull, è l'uomo scelto da Ivan Gazidis (candidatura avanzata direttamente da Hendrik Almstadt, braccio destro dell'ad milanista) per prendere il posto di Stefano Pioli con un ruolo da manager all'inglese. E secondo la BILD, Rangnick avrebbe già pronto il suo staff di collaboratori da portare a Milano. Con l'uscita di Boban e Maldini potrebbe esserci a quel punto anche una promozione per Geoffrey Moncada, attuale capo-scout del Milan, mentre non trovano conferma i contatti tra Fabio Capello e il club rossonero.
La nuova rivoluzione in seno al Milan e l'addio di Boban e Maldini (oltre a quello possibile dell'attuale direttore sportivo Frederic Massara, chiamato in rossonero proprio dagli attuali dirigenti) resta incerto il futuro di Zlatan Ibrahimovic, il cui ritorno in rossonero è arrivato grazie al lavoro proprio dei due attuali dirigenti rossoneri. Secondo Tuttosport il ribaltone societario potrebbe indispettire Mino Raiola, che non ha mai risparmiato frecciate alla famiglia Singer e all’attuale gestione del Milan. E in ballo non c’è solo il rinnovo di Zlatan, ma anche quello di Donnarumma che a giugno si troverà a un anno dalla scadenza del suo contratto...
BOBAN ALLA GAZZETTA: "MILAN UNITO? CI CREDEVO"
"Prendendo atto di mille difficoltà iniziali delle differenze culturali e delle passioni rossonere ben diverse, con tutte le divergenze di vedute e qualche volta opposti pensieri, ancora qualche giorno fa pensavo fosse questa la realtà. Per come la vedo io, l’unità significa condivisione, l’unità è rispetto. Alla fine, la base di tutto è avere questo approccio, è l’unica via per poter lavorare e sentirsi bene", le parole di Boban alla Gazzetta dello Sport nell'intervista di sabato scorso. Zvone ha lanciato una sorta di appello al fondo Elliott, chiedendo un confronto: "Con Gazidis abbiamo già parlato. Per il bene del Milan, è certamente necessario che il meeting con la proprietà avvenga al più presto. La proprietà deve essere chiara sia nel budget che negli obiettivi. In sintesi: noi rispettosi delle esigenze di equilibrio economico finanziario per garantire una sana e corretta gestione della società, la proprietà rispettosa dei risultati sportivi affidati a chi rappresenta la storia e i valori di un grande club. Al momento, nonostante gli sforzi nel mercato di gennaio e i tanti tagli, con due cessioni importanti e l’alleggerimento che deriva dai relativi ingaggi, non sappiamo che margini avremo". Boban sottolinea: "Ci è stato chiesto di ringiovanire la rosa e l’abbiamo fatto ma sostenendo sempre che ci vuole il giusto mix tra gioventù ed esperienza. Il mercato invernale ha dimostrato che avevamo ragione, basta vedere come i giovani siano cresciuti in breve tempo". L'attuale dirigente milanista spiega: "Noi siamo certi che il Milan abbia soltanto una strada, pensare in grande per un fatto semplice: si chiama il Milan, ha 120 anni di storia vincente, e ha sette Coppe dei Campioni vinte. Dobbiamo finire la stagione e vedere dove saremo, ma è già un Milan diverso. Noi non diciamo che si debba vincere l’anno prossimo, ma dobbiamo essere competitivi e giocarcela con tutti almeno in Italia. Siamo ben coscienti che non viviamo il Milan dei nostri tempi, ma un’ambizione vera che ti fa sognare ci dev’essere"