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Pensioni, Ape social e precoci: governo apre a modifiche RIFORMA PENSIONI NEWS

Pensioni: Ape social, sciolto nodo contratti a termine

"I lavoratori che hanno interrotto la mobilita' con un contratto a termine non saranno penalizzati e potranno accedere all'Ape social". Lo ha riferito il segretario confederale della Uil Domenico Proietti, lasciando il tavolo sulle Pensioni al ministero del Lavoro. Proietti ha riferito che "si trovera' una soluzione" per quanti hanno sospeso la Naspi per dedicarsi ad un lavoro breve: "Non so quale sara' lo strumento - ha precisato - ma non si tratta di una modifica alla normativa o di un decreto legge. Sara' un indirizzo tra ministero del Lavoro e Inps". Proietti ha spiegato che non si puo' quantificare la platea di questi lavoratori ma sicuramente, ha detto, si tratta di "numeri importanti". In merito all'adeguamento dell'eta' pensionabile alle aspettative di vita, Proietti ha riferito che il governo "non si e' pronunciato": "La nostra impressione e' che l'esecutivo stia procedendo troppo lentamente e noi lo incalzeremo con l'iniziativa del 13 luglio e con altre manifestazioni sul territorio. Chiediamo di accelerare per fare un pacchetto di misure e arrivare a un verbale di intesa da mettere nella legge di stabilita'".


PENSIONI: SINDACATI, APE SOCIAL RISOLTO NODO NASPI


Potranno accedere all'Ape social anche quei lavoratori licenziati che hanno interrotto la Naspi per accettare un lavoro breve con un contratto a termine sotto gli 8mila euro annui. È stata trovata infatti nel corso dell'incontro tecnico sulle PENSIONI tra governo e sindacati una soluzione al problema posto da tempo da Cgil Cisl e Uil. Nessuna penalizzazione dunque ne' modifiche al decreto che ha introdotto l'ape social. È il segretario confederale Uil ad annunciare la novità. "Ci sarà semplicemente un indirizzo tra Ministero e Inps di concerto", spiega, ricordando come la platea interessata alla modifica sia "importante"


Pensioni, APE SOCIAL A RISCHIO? Allarme e tensioni nella RIFORMA PENSIONI

Pensioni e Ape Social, tema molto delicato da sempre. Per ora siamo a 60mila aspiranti pensionati che hanno aderito all'Ape Social. Da qui alla scadenza della domanda - 15 luglio 2017  la stima è di altre 40mila domande di adesione a questa forma di anticipo pensionistico. Totale: 100mila lavoratori pronti ad aderire all'Ape Social. Grande successo del progetto, ma governo e Inps si fanno due conti. La domanda: quanti soldi servono per sostenere l'Ape Social. L'esecutivo ha stanziato 300 milioni di euro e gli addetti ai lavori ritengono che non basteranno.


Pensioni, APE SOCIAL A RISCHIO? Allarme e tensioni nella RIFORMA PENSIONI - I costi dell'Ape Social


Basta prendere la calcolatrice per capire le difficoltà: un pensionato che vuole l'Ape Social dovrebbe percepire tra i 12mila ed i 17mila euro lordi annui. Se moltiplichiamo per gli 80-100mila aspiranti pensionati si sfora - non di poco - il muro del miliardo di euro.


Pensioni, APE SOCIAL A RISCHIO? Allarme e tensioni nella RIFORMA PENSIONI - Ape social non per tutti?


E quindi? Ape social per tutti? O Ape Social per alcuni?  Probabile che il Governo scelga di darà la precedenza di pensionamento a coloro che siano più vicini ai requisiti per l'ottenimento della pensione di vecchiaia, ossia quelli che hanno compiuto 67 anni e sette mesi. Gli altri? Rimandati al 2018, quando sarà aperta una nuova 'corsa' all'Ape Social con i vecchi aspiranti pensionati esclusi da questa finestra e i nuovi che si aggiungeranno...

 

Pensioni, Ape sociale: allarme sui costi. RIFORMA PENSIONI CAOS FASE 2

Pensioni sempre argomento caldo nel tavolo tra sindacati e governo. Fonti sindacali sostengono che un allungamento dell'eta' pensionabile comporterebbe costi maggiori per l'Ape sociale, visto che aumenterebbero i mesi da coprire.


Pensioni, Ape sociale: allarme sui costi. RIFORMA PENSIONI CAOS FASE 2 - Sindacati, via tetto unico per l'eta'

In tema di pensioni I sindacati hanno le idee chiare: occorre bloccare l'innalzamento a 67 anni, che scatterebbe dal 2019 per adeguare l'eta' pensionabile alla speranza di vita. E' il primo scoglio da superare per intavolare una discussione sulla 'fase due'. Riprende in queste ore il confronto al ministero del Lavoro sul pacchetto previdenza.  Per i sindacati - secondo quanto riporta l'Ansa - sarebbe anche ora di differenziare l'eta' di uscita, oggi a 66 anni e 7 mesi, magari in base alla tipologia di lavoro (piu' o meno gravosa). E cosi' anche per quando riguarda quella che era l'anzianita', ovvero gli anni di lavoro richiesti prima di uscire. Dal 2019 si passerebbe a 43 anni e 3 mesi per gli uomini e 42 anni e 3 mesi per le donne (5 mesi in piu' rispetto ai limiti attuali).



Pensioni, Ape sociale: allarme sui costi. RIFORMA PENSIONI CAOS FASE 2 - Sindacati, riscatto gratuito degli anni universitari


Le discussioni vertono anche sulla definizione di meccanismi per aiutare i giovani nelle loro Pensioni future. Oppure sulla possibilita' di riscattare gratuitamente gli anni di studi universitari e la messa a punto di un sistema per la copertura contributiva dei periodi passati, sopratutto dalle donne, a prendersi cura di familiari anziani o disabili. Dall'incontro di oggi ci si aspetta un'agenda, una roadmap, posto che il traguardo dovrebbe essere la legge di Bilancio (in cui assorbire almeno una parte dei possibili interventi.


PENSIONI: BOERI, STOP ADEGUAMENTO ETA' NON E' MISURA A FAVORE GIOVANI


Bloccare l'adeguamento dell'età pensionabile agli andamenti demografici non è affatto una misura a favore dei giovani: scarica sui nostri figli e sui figli dei nostri figli i costi di questo mancato adeguamento". Cosi' il presidente Inps, Tito Boeri, ribadisce la necessità di non bloccare gli automatismi per l'accesso all'età pensionabile legati alle aspettative di vita.


Pensioni Inps: 5,8 milioni sotto i 1000 euro al mese

Sono circa 5,8 milioni i pensionati che non arrivano a 1000 euro al mese. Lo certifica l'Inps nel Rapporto annuale, presentato dal presidente Tito Boeri. Nel dettaglio, al 31 dicembre 2016, sono 1,68 milioni quelli che percepiscono un assegno sotto i 500 euro al mese, il 10,8% del totale, e 4,15 milioni quelli che si fermano a 999 euro mese, il 26,7%.  Il 21,8% invece, circa 3,38 milioni di pensionati non superano quota 1.500 mentre il 17,9%, circa 2,78 milioni, percepiscono assegni fino a 1999 euro al mese. Sono invece il 10,6%, circa 1,6 milioni, quelli che possono godere di una pensione poco sotto i 2.500 euro mentre a percepire assegni di poco meno di 3000 euro sono il 5,4% del totale dei pensionati, 845mila persone. Il 6,8% infine, poco più di 1 milione di pensionati, riceve una pensione oltre i 3 mila euro al mese.

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