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Scommesse sportive, sfide che "salvano il resto dell'Europa"

Perché il Decreto Dignità, che vieta pubblicità e sponsorizzazione dei marchi di scommesse, si sta rivelando sempre più fallimentare

Scommesse sportive, sfide che "salvano il resto dell'Europa"

Da luglio 2019, è vietata ogni forma di pubblicità, diretta e indiretta, riguardante i giochi e le scommesse che propongono premi in denaro. Il divieto è imposto da una norma contenuta nel Decreto Dignità, un provvedimento fortemente voluto dall'attuale Ministro Degli Esteri, Luigi Di Maio.

Come riporta il Corriere dello Sport, il divieto di pubblicità e sponsorizzazioni delle aziende del settore del betting, ad oggi, avrebbe "sacrificato, anzi bruciato sull'altare del gioco d'azzardo patologico circa 250 milioni di investimenti". 

Si tratta di un "fiume di denaro che, in tempi di Coronavirus, avrebbe aiutato più di qualche club a riequilibrare i conti di fine stagione". Un duro colpo al sistema calcio professionistico, che, a causa della pandemia, vede avanzare all'orizzonte la minaccia del collasso del settore. Per scongiurarlo, una volta rientrata l'emergenza Coronavirus, il mondo del pallone richiederà infatti al Governo un ritorno alle sponsorizzazioni delle aziende di scommesse per 12 mesi, in deroga allo stop imposto dal decreto Dignità.

"I 90 milioni di euro (tra sponsorizzazioni e operazioni pubblicitarie visibili sui campi di Serie A), messi al bando dal Decreto Dignità, avrebbero aiutato le società a resistere all'impatto dell'emergenza sanitaria", aggiunge la testata. "Purtroppo, l'ulteriore beffa è nella perdita di competitività a livello europeo".

Il calcio europeo "vive" di betting. Secondo il "World Football Report" realizzato dalla società di ricerche Nielsen Sport, come riportato dalla testata sportiva piemontese, "dal 2008 al 2017, le aziende attive nei settori del betting e delle lotterie hanno investito più di 575 milioni di euro per sponsorizzare le divise dei club delle sei principali Leghe europee", ovvero Premier League, Bundesliga, Ligue1, Serie A, LaLiga e Eredivisie. Investimenti che sostengono interi progetti sportivi del comparto calcistico: basti pensare al Regno Unito, le cui le principali serie quest'anno hanno attratto 388 milioni di euro provenienti dal mercato del betting, e alla Spagna, che possiede 7 squadre sponsorizzate da bookmakers internazionali.

Ma almeno, l'obiettivo delle norme sul gioco contenute nel Decreto Dignità, ovvero quello di prevenire e ridurre il fenomeno della ludopatia, è stato raggiunto? Non si direbbe. Secondo i dati raccolti da AgiproNews e riportati da Calcio e Finanza, nel periodo compreso tra il 1 luglio 2019 e il 29 febbraio 2020, la raccolta delle scommesse sportive in Italia è cresciuta del 17,6%, passando da 1,03 a 1,2 miliardi di euro.  A trainare la crescita sono le scommesse online, che nel periodo hanno registrato un incremento del 21,8%, per un totale di 556 milioni di euro.

Scommesse: sfida, non azzardo. Occorre fare chiarezza

La scommessa sportiva viene spesso confusa erroneamente con il gioco d'azzardo. "Sono simili come la cultura del vino e l'etilismo, il cibo sano e i disturbi alimentari", ricorda Franco Arturi sulla Gazzetta dello Sport. "La scommessa, in particolare quella sportiva, prevede studio, competenza, partecipazione, autocontrollo, gioia. È la cosa più lontano dal vizio che possiamo immaginare". Mentre il gioco d'azzardo, puntualizza Arturi, è "quasi il suo contrario: una febbre fine a se stessa che spesso divampa negli incendi incontenibili della dipendenza".

È infatti la dipendenza patologica a muovere la mano del giocatore d'azzardo, ben lontano dal giocatore sano, che vive la scommessa sportiva come "una sfida di tipo intellettuale lanciata a se stessi e agli altri, e basata sulla competenza specifica". 

Arturi aggiunge: "Avrebbe un senso profondo incentivare il gusto della scommessa sportiva, che potrebbe avere una rilevanza sociale proprio nello stoppare sul nascere l'insorgere di devianze sull'azzardo. Avrebbe certamente un senso educare la gente con campagne adeguate su come scommettere e su quando deve suonare un allarme personale".

Con il senso della misura, in fondo, ci si può concedere (quasi) tutto. "Una scommessa, appunto", conclude Arturi.